Stragi mafia ’93: indagati Berlusconi e Dell’Utri
FIRENZE (WSI) – L’ex premier Silvio Berlusconi e l’ex senatore di Forza Italia Marcello dell’Utri indagati per le stragi mafiose del 93 che colpirono Firenze, Milano e Roma. A dirlo la procura fiorentina che ha ottenuto dal Gip la riapertura del caso dopo l’archiviazione nel 2011 con l’obiettivo di passare al setaccio le parole del boss Giuseppe Graviano, oggi in carcere, in cui menzionava della trattativa Stato-mafia e parlava dei due.
Ecco le parole riportate da Repubblica in cui il boss Graviano parlava al suo compagno dell’ora d’aria, il camorrista Umberto Adinolfi.
“Berlusconi mi ha chiesto questa cortesia, per questo c’è stata l’urgenza (…) lui voleva scendere, però in quel periodo c’erano i vecchi – insisteva Graviano, che è in carcere dal 1994 – lui mi ha detto: ci vorrebbe una bella cosa”. E ancora: “Trent’anni fa, venticinque anni fa, mi sono seduto con te, giusto? Ti ho portato benessere. Poi mi è successa una disgrazia, mi arrestano, tu cominci a pugnalarmi. Per cosa? Per i soldi, perché ti rimangono i soldi…”
Illazioni e notizie infamanti ha detto il legale di Berlusconi Niccolò Ghedini.
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L’apertura di Wall Street segna un rialzo dopo i cali dei giorni scorsi dovuti alle previsioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. La Fed ha ridotto i tassi di 25 punti base, ma ha abbassato le previsioni di ulteriori tagli per il 2025 a causa dell’inflazione in aumento. Dopo il crollo di ieri, oggi il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq mostrano segni di ripresa.
L’economia statunitense ha registrato un incremento del PIL del 3,1% nel terzo trimestre del 2024, superando le stime precedenti. I consumi hanno mostrato una forte crescita, mentre i profitti delle aziende hanno subito una leggera flessione. L’indice dei prezzi PCE è diminuito, indicando una bassa inflazione.
Le richieste di sussidio alla disoccupazione negli Stati Uniti sono scese più del previsto nella settimana al 13 dicembre, con un totale di 220 mila unità. Questo dato ha superato le attese degli analisti, che prevedevano un calo a 229 mila unità. La media delle ultime quattro settimane si è stabilizzata a 225.500 unità, evidenziando un quadro più accurato dello stato del mercato del lavoro.
Le borse cinesi chiudono in negativo a causa della cautela sui mercati globali, influenzata dall’approccio della Federal Reserve sui tassi. L’indice Hang Seng perde lo 0,5%, mentre Shanghai segna un calo dello 0,36%. Anche Sydney e Seul registrano performance negative.