Tassi Australia: il dato sull’inflazione CPI conferma paura di un rialzo RBA. Borsa Sidney giù
Nel mese di maggio, il tanto atteso dato relativo all’inflazione dell’Australia misurata dall’indice dei prezzi al consumo (CPI) è salito al ritmo annuo del 4%, al di sopra della crescita del 3,6% registrata ad aprile.
La componente core dell’indicatore, che esclude le componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici, è avanzata anch’essa del 4%, oltre il +3,8% atteso dagli economisti intervistati da Reuters.
Il dato avalla la paura dei trader, che temono la decisione dell’RBA (Reserve Bank of Australia, banca centrale dell’Australia), di tornare ad alzare i tassi.
La governatrice dell’RBA Michelle Bullock ha già detto che la banca centrale ha discusso l’opzione di tornare ad alzare i tassi in occasione del suo ultimo meeting, quando il costo del denaro dell’Australia è stato lasciato invariato al 4,35%.
La borsa di Sidney registra un calo dello 0,75%, a quota 7.780,60 punti.
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Seduta perlopiù positiva per le borse europee. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,2% a 33.294 punti
Wall Street apre in positivo, con Nvidia che registra un aumento del 4,8% dopo un inizio negativo nel premercato. Il titolo ha raggiunto un nuovo record, mentre le tensioni tra Russia e Occidente continuano a influenzare i mercati. Inoltre, l’attenzione è rivolta alle prossime decisioni della Federal Reserve sui tassi di interesse.
Sarà operativo entro la fine del 2026 e andrà ad aggiungersi agli altri 16 già esistenti
Negli Stati Uniti, il numero di lavoratori che hanno richiesto per la prima volta i sussidi di disoccupazione è diminuito a 213.000, il valore più basso da maggio. Le aspettative erano di 220.000 richieste. Il totale dei lavoratori che ricevono sussidi è invece aumentato leggermente, raggiungendo 1.908.000 unità.