Tim, Labriola: “Brasile e riduzione debito centrali per la strategia”
Il Ceo di Tim, Pietro Labriola, ha rilasciato nel weekend un’intervista al Sole 24 Ore in cui ha difeso le scelte strategiche del piano e ha fornito alcuni spunti sulla rete e sulle norme allo studio a favore della digitalizzazione.
Tra i principali messaggi evidenziati dagli analisti di Equita Sim: l’importanza della presenza estera e la centralità del Brasile per la strategia di Tim; la mancanza in Italia di un differenziale di prezzo per i servizi premium; la necessità di un consolidamento del mercato italiano; il bisogno di introdurre il concetto del ‘fair share’, ossia il supporto degli operatori OTT agli investimenti sulla rete; la riduzione del debito in un contesto di tassi crescenti e la prosecuzione della strategia di superamento del modello verticalmente integrato.
Labriola, afferma Equita, “sembra sostenere quindi un’operazione di cessione di NetCo che risolva il tema del debito e degli investimenti, dia flessibilità per perseguire il consolidamento ed eviti strade di deleverage alternative come la cessione del Brasile”.
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Seduta positiva per le borse europee, grazie anche all’andamento positivo di Wall Street in scia alla riunione della Fed.
La Federal Reserve annuncia un significativo taglio dei tassi di interesse, il primo in quattro anni, con possibili ulteriori riduzioni entro fine anno. I mercati reagiscono positivamente, con forti guadagni per i principali indici statunitensi e un incremento della propensione al rischio che favorisce i titoli tecnologici.
La sterlina britannica ha raggiunto i massimi da marzo 2022 in seguito alla decisione della Banca d’Inghilterra di mantenere invariato il tasso d’interesse al 5%. La valuta si è rafforzata sia contro il dollaro che l’euro, in un contesto di politiche monetarie divergenti tra la BoE e la Federal Reserve americana.
Il comitato di politica monetaria della Banca Centrale della Turchia ha deciso di mantenere invariato il tasso di riferimento al 50%, nonostante l’analisi degli indicatori inflazionistici e la domanda interna in rallentamento.