Titoli growth, dopo il rally sono diventati pericolosi?
Ormai da oltre dieci anni, la gestione degli strascichi della crisi del 2008 ha avuto come conseguenze una scarsa ripresa economica globale e un calo senza precedenti dei tassi d’interesse. Pertanto, le aziende in grado di generare una forte crescita dei profitti avevano beneficiato di performance invidiabili sul mercato azionario.
Questo fenomeno ha automaticamente subìto un’accelerazione nel 2020, favorendo alcuni segmenti del settore tecnologico, con un aumento del loro vantaggio competitivo.
Secondo Didier Saint Georges, membro del comitato di investimento strategico di Carmignac “contrariamente a ciò che li aveva caratterizzati in occasione della bolla internet di vent’anni fa, oggi i loro bilanci sono spesso estremamente solidi e la loro redditività nettamente superiore. Ne consegue che la netta sovraperformance dei titoli growth dall’inizio dell’anno, spesso appartenenti al settore tecnologico anche se non in modo esclusivo, non dovrebbe essere messa in discussione.
È eccessiva? Riteniamo che non lo sia. Ad esempio, attualmente il premio sulla valutazione dei titoli tecnologici (circa il 30%) è fortemente in linea con la propria media storica degli ultimi 25 anni (premio del 25%) e nettamente inferiore a quello prevalente nel 1999-2000 (120%)”.
“Date le incertezze – prosegue l’esperto di Carmignac – è difficile raggiungere un livello elevato di fiducia nelle previsioni a lungo termine. Ciò è possibile soltanto attraverso la conoscenza e l’analisi approfondita di ogni azienda, del suo universo in termini di concorrenza, delle radicali innovazioni tecnologiche in gioco, ecc. Ciò rappresenta quindi un’importante opportunità per la gestione attiva”.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.