Tria sconfessa i leghisti sui minibot, “non sono allo studio del Mef”
Nonostante vari esponenti della Lega, a partire dl viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia e il sottosegretario al Mef, Massimo Bitonci, abbiano continuato anche nelle ultime ore a difendere l’opzione minibot (o comunque opzioni alternative), il numero uno di Via XX Settembre ha smentito categoricamente che questi strumenti di pagamento siano allo studio del ministero.
“Non sono allo studio misure finalizzate alla loro emissione poiché non sussistono motivi per liquidare i debiti della Pa con mezzi diversi dal denaro avente corso legale”, ha detto Giovanni Tria, durante il question time alla Camera, i miniBot comporterebbero un aumento immediato del debito perché considerati come passività, in base ai criteri di contabilità Sec”.
“Qualora questi strumenti venissero utilizzati sarebbero illegali in quanto in conflitto con i trattati europei”, ha aggiunto il ministro.
Già alcuni giorni fa una nota del Mef aveva affermato della non necessità di strumenti alternativi per il pagamento dei debiti commerciali della Pa. Successivamente, però, la proposta di marca leghista ha continuato ad essere discussa e rivendicata dai suoi promotori.
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