Trump in pressing sulla Fed, chiede un grande taglio dei tassi
Mentre la Fed si appresta a cominciare il meeting di due giorni di politica monetaria, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump non perde occasione per sollecitato la banca centrale Usa a implementare un consistente taglio dei tassi d’interesse, dicendo di essere deluso dalla banca centrale americana che — sostiene — l’avrebbe messo in una posizione di svantaggio non avendo agito prima.
Parlando con la stampa, Trump ha fatto capire che una riduzione dei tassi di 25 punti base non sarebbe secondo lui sufficiente. Lui vuole un “grande” taglio mentre il mercato se ne aspetta uno di un quarto di punto percentuale al 2-2,25%.
“Il Dow sarebbe 10mila punti più in alto se non fosse per la Fed”, ha aggiunto il presidente, sostentendo che la politica monetaria della Fed “mi svantaggia”. Secondo lui l’economia Usa avrebbe registrato una performance migliore se i tassi non fossero stati alzati a partire dal dicembre del 2015.
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Negli Stati Uniti, le domande di mutuo sono in aumento, con un incremento dell’1,7% nell’indice delle richieste di mutuo ipotecario nella settimana del 15 novembre. Anche le richieste di rifinanziamento e nuove domande mostrano una crescita significativa, secondo la Mortgage Bankers Associations (MBA). I tassi sui mutui trentennali sono saliti al 6,90%.
I mercati asiatici chiudono in rialzo, con Hong Kong e Cina continentale in attesa dei risultati di Nvidia. L’indice Hang Seng e l’Hang Seng Tech registrano guadagni, sostenuti dai settori tecnologico e farmaceutico.
A settembre, la produzione nel settore delle costruzioni nell’area euro è calata dello 0,1% rispetto ad agosto, mentre in Italia è cresciuta del 2,2%. Questi dati, riportati da Eurostat, evidenziano una tendenza negativa per l’area euro, nonostante l’Italia mostri segnali di ripresa.
Avvio positivo per le borse europee, compresa Piazza Affari. Oggi report salari Bce e stasera trimestrali