UniCredit non più interessata a russa Otkritie? Con fattore Ucraina rischio sanzioni elevato, Orcel ci ripensa
In una seduta all’insegna dei sell off, a fronte dell’indice Ftse Mib che segna un tonfo fino a -3,80%, il titolo UniCredit limita i danni con un ribasso che, alle 16.30 ora italiana, è pari a -2,50%.
A porre un freno alle vendite sul titolo della banca guidata dal ceo Andrea Orcel è la diffusione di alcuni rumor, secondo cui Piazza Gae Aulenti non sarebbe più interessata all’acquisto della russa Otkritie.
E’ quanto ha riportato il sito russo Kommersant, sottolineando che, in una situazione di forti tensioni tra la Russia di Vladimir Putin e l’Occidente sul fattore Ucraina, Orcel & Co. non vorrebbero correre il rischio di sanzioni, che sarebbe molto elevato.
C’è da dire che fin da subito il mercato aveva bocciato l’interesse di UCG per la banca russa che, secondo il sito Banki.ru, è la settima banca più grande in Russia, guidata dall’ex ministro delle Finanze russo Mikhail Zadornov.
Era stata l’agenzia di stampa Bloomberg, all’inizio di gennaio, a riportare l’indiscrezione secondo cui UniCredit aveva “ingaggiato un consulente per esaminare i libri del gruppo che ha sede a Mosca”, con l’intento di “completare la revisione entro le settimane” successive.
UniCredit conta più di 4.000 dipendenti in Russia, e ha generato nel paese un fatturato di 384 milioni di euro nei primi nove mesi del 2021.
Oktritie è stata definita dalla stampa italiana anche alla stregua di una Mps russa, fattore che aveva spiazzato non poco diversi operatori di mercato.
L’istituto è stato nazionalizzato con una massiccia operazione di bailout dalla Bank of Russia, banca centrale russa, nel 2017: Otkritie è stata la prima e anche la banca più grande tra quelle russe che sono state salvate dall’istituzione negli anni 2017-2018, nell’ambito di un piano lanciato dalla governatrice Elvira Nabiullina, per dare stabilità a un sistema finanziario che si era imbarcato in progetti rischiosi, senza disporre di cuscinetti di capitali sufficienti.
Otkritie, va detto, ha ricevuto uno schiaffo in faccia da colossi del calibro di Goldman Sachs Group, Morgan Stanley e Bank of America.
I tre giganti di Wall Street si sono rifiutati infatti di aiutare la banca centrale russa a stilare un piano per la sia privatizzazione, in quanto i rischi associati al progetto, a loro avviso, sarebbero superiori all’ammontare delle potenziali commissioni.
Nel commentare il presunto interesse di UniCredit per Otkritie, gli analisti di Equita SIM avevano fatto riferimento a un rischio di execution non trascurabile, scrivendo che l’operazione di M&A avrebbe aumentato in modo significativo “l’esposizione ad un paese con un elevato rischio geopolitico”.
Proprio il timore legato alle tensioni geopolitiche tra il mondo occidentale e la Russia di Vladimir Putin, in particolare la paura di una imminente invasione russa in Ucraina, è tra i fattori che affossano oggi il sentiment degli operatori, che scelgono le valute rifugio.
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