Usa, creati molti meno posti di lavoro del previsto
Gli Stati Uniti hanno creato appena 20 mila posti di lavoro il mese scorso, un dato decisamente deludente per l’economia americana e per i mercati finanziari mondiali. Wall Street puntava sulla creazione di 180.000 posti di lavoro, ovvero 160 mila in più. Si tratta di un calo drastico rispetto alle 311.000 posizioni nuove aperte a gennaio. Questi dati sono stati ritoccati al rialzo da 304.000.
I dati relativi alle assunzioni sono i peggiori da 17 mesi. Ma il tasso di disoccupazione è sceso ai minimi pluri decennali del 3,8% e i salari hanno registrato un’accelerazione. Per giustificare la delusione del numero principale c’è chi cita lo shutdown del governo Usa tra i fattori che potrebbero avere causato un po’ di difficoltà al mecrato del lavoro. Ma potrebbe anche voler dire che l’economia Usa, la prima al mondo, si è indebolita più del previsto.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.