Usa: inflazione al palo, da salari alert per famiglie americane
Inflazione latitante negli Usa. L’indice dei prezzi al consumo – reso noto dal dipartimento del Lavoro – si è confermato piatto a luglio, riportando la performance più debole in cinque mesi, ovvero dallo scorso febbraio.
A zavorrare l’inflazione è stata soprattutto la componente dei prezzi della benzina, scesa per la prima volta in cinque mesi. La componente core è salita di appena +0,1% su base mensile, rispetto al +0,2% atteso dal consensus.
Su base annua, l’indice dei prezzi al consumo ha registrato una variazione +0,8%, a fronte di un rialzo della componente core +2,2%, inferiore tuttavia al +2,3% di giugno.
I prezzi dei beni alimentari sono rimasti invariati a luglio su base mensile, e sono saliti +0,2% su base annua, riportando la crescita più debole dai 12 mesi terminati nel marzo del 2010.
I prezzi energetici sono calati -1,6% su base mensile e hanno registrato un tonfo -10,9% su base annua.
I salari orari su base reale – che incidono sull’inflazione – sono saliti +0,4% su base mensile, dopo il calo -0,2% di giugno, e del 2% su base annua. Quest’ultimo rialzo è tuttavia inferiore a quelli che hanno interessato alcuni beni non discrezionali che le famiglie americane acquistano: gli affitti per esempio sono saliti +3,8% su base annua, e i prezzi per le cure mediche +4,1%.
Breaking news
La Borsa di Tokyo ha chiuso con un rialzo significativo, sostenuta dalla debolezza dello yen sui mercati valutari e dalle buone performance di Wall Street. L’indice Nikkei ha registrato un aumento dello 0,8%, mentre il Topix ha avuto un incremento dello 0,64%.
L’inflazione in Spagna ha mostrato segnali di rallentamento a settembre, con una diminuzione dello 0,6% su base mensile e una crescita annuale dell’1,5%. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo ha segnato una variazione annua dell’1,7%, evidenziando una decelerazione rispetto ai mesi precedenti.
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