Usa, petrolio accelera ai massimi di un anno dopo calo scorte settimanali
Le scorte settimanali di petrolio sono calate di 5,2 milioni di barili la settimana scorsa negli Stati Uniti, alimentando le speranze di un ridimensionamento dei livelli di offerta della materia prima. A contribuire a rilanciare l’appeal della risorsa sono anche le dichiarazioni del ministro saudita del Petrolio, secondo cui l’Opec troverà un accordo sulla riduzione dei livelli di produzione di barili.
Sui mercati finanziari, dopo la pubblicazione dei dati del Dipartimento di Commercio Usa, i prezzi del petrolio Wti e i contratti sul Brent hanno allungato la corsa, registrando rialzi del 2 e 2,3% rispettivamente, salutando con favore la notizia del calo dell’offerta settimanale di petrolio. Il Brent ha superato quota 53 dollari al barile, mentre il Wti si avvicina ai 52 dollari ($51,87): si tratta in entrambi i casi dei massimi di un anno.
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Seduta in chiaroscuro per le borse del Vecchio Continente. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in rialzo dello 0,5% a 35.108 punti
A Wall Street, l’apertura è piatta con il settore tecnologico sotto pressione. Le dichiarazioni dell’AD di Nvidia, Jensen Huang, influenzano l’andamento dei titoli, mentre i titoli quantistici crollano. Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq registrano lievi perdite, mentre il prezzo del petrolio Wti al Nymex aumenta leggermente.
Negli Stati Uniti, il numero di nuovi richiedenti i sussidi di disoccupazione è diminuito nella prima settimana di gennaio, scendendo di 10.000 unità, contro le aspettative di un aumento. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al picco di 6,9 milioni di richieste durante la pandemia.
Eni ha concluso l’acquisto di oltre 3,4 milioni di azioni proprie nell’ambito del programma di buyback, per un valore di quasi 45 milioni di euro. Questo porta il totale delle azioni riacquistate al 6,23% del capitale sociale. L’operazione ha influenzato il titolo in Borsa, che ha registrato un lieve calo.