Usa: pressioni inflative recedono dalla linea di attacco a novembre
Le pressioni inflative recedono dalla linea di attacco a fine anno negli Stati Uniti, per lo meno rispetto al 2017. La crescita dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti ha subito un rallentamento a quota +2,5% dal +2,9%. Su base annuale l’inflazione di fondo dei prezzi alla produzione è rimasta invariato al +2,8%.
Complice una frenata dei prezzi energetici, rispetto a ottobre l’inflazione è aumentata dello 0,1%. Gli analisti interpellati da MarketWatch avevano puntato su una contrazione dello 0,1%. Ma i dati Il tasso dell’indice ‘core’ su base mensile – sempre escludendo le componenti volatili come cibo, energia e commercio – ha registrato invece un progresso dello 0,3% a novembre.
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A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.