Usa, prezzi import in calo: era dal 2007 che Cina non esportava tanta deflazione
I prezzi import Usa hanno registrato a maggio una variazione negativa del -1,5 per cento su base annua. Rispetto ad aprile, secondo il Bureau of Labour Statistics americano, i prezzi import hanno registrato una variazione negativa dello 0,3% del mese precedente. Il dato è sotto le attese degli analisti che indicavano una discesa dello 0,2%.
Al netto delle importazioni di petrolio i prezzi import hanno registrato un -0,3 per cento rispetto al mese precedente. La Cina ha esportato la maggiore deflazione da settembre 2007 (vedi grafico).
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Chiusura incolore ma sui massimi intraday per le borse europee dopo il core Pce Usa. A Piazza Affari, lieve flessione per il Ftse Mib
Dopo un avvio negativo, Wall Street ha registrato un aumento grazie a dati sull’inflazione inferiori alle attese. Il PCE, misura preferita dalla Fed, è cresciuto meno del previsto, influenzando positivamente i mercati. Gli analisti prevedono una pausa nei tassi a gennaio e possibili tagli a marzo.
A dicembre 2024, la fiducia dei consumatori europei continua a calare. Secondo la stima flash della Direzione Generale degli Affari Economici e Finanziari della Comunità europea, il sentiment dei consumatori nell’eurozona è sceso a -14,5 punti, peggio delle aspettative degli analisti. Anche l’indicatore complessivo dell’Unione Europea mostra un calo significativo.
La Spagna ha siglato un accordo con Airbus per l’acquisto di 25 nuovi aerei da combattimento Eurofighter, destinati a rinnovare la flotta esistente. Questo contratto segue un precedente accordo del 2022 e porta il totale a 115 velivoli.