Wall Street riparte con forti buy dopo tonfo settimanale. Il trend dei futures in attesa di grande market mover Usa
Wall Street in forte rialzo nella seduta di ieri, dopo i sell delle sessioni precedenti, che si sono tradotti nella settimana peggiore dal marzo del 2023 per l’indice S&P 500 e nella settimana peggiore in più di due anni per il Nasdaq Composite.
Ieri la borsa Usa ha dato una forte prova di recupero: il Dow Jones Industrial Average è salito di 484,18 punti, o dell’1,2%, a quota 40.829,59 punti, in ripresa dopo aver lasciato sul terreno più di 1.200 punti nel corso della settimana scorsa.
Lo S&P 500 ha guadagnato l’1,16%, a quota 5.471,05, interrompendo così una fase ribassista che durava da quattro sedute.
Il Nasdaq Composite ha riportato un progresso, anch’esso, pari a +1,16% balzando a quota 16.884,60 punti.
Wall Street aveva chiuso la seduta di venerdì scorso in deciso ribasso, dopo la pubblicazione del report occupazionale Usa di agosto, che aveva seminato incertezze sulle prossime e imminenti mosse di politica monetaria della Fed, che saranno annunciate al termine del meeting del 17-18 settembre.
A dire l’ultima parola, prima del prossimo meeting del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, sarà a questo punto un altro dato macro Usa in arrivo, l’ultimo cruciale prima della decisione della banca centrale americana:
l’indice dei prezzi al consumo (CPI), che sarà reso noto domani, mercoledì 11 settembre: gli analisti prevedono un rialzo, per il dato termometro dell’inflazione, pari al 2,6% su base annua, in chiaro indebolimento rispetto al +2,9% di luglio, quando l’indice (headline) aveva segnato una crescita su base annua inferiore alla soglia del 2% per la prima volta dal marzo del 2021.
Il core PCI è atteso rimanere invece in rialzo del 3,2% su base annua, a fronte di un aumento dello 0,2% su base mensile.
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La banca centrale russa ha deciso di mantenere il tasso di riferimento al 21%, contrariamente alle aspettative di un aumento. L’inflazione elevata ha portato l’indice dei prezzi al consumo all’8,9% a novembre. Altre banche centrali, come la BCE e la Federal Reserve, hanno invece effettuato modifiche ai tassi.
A ottobre, l’industria italiana ha visto un aumento del fatturato dello 0,5% in valore e dello 0,8% in volume, trainato dal mercato interno, mentre il mercato estero ha registrato una flessione. Su base annua, si osserva un calo generale del fatturato, nonostante un giorno lavorativo in più rispetto all’anno precedente.
La Borsa di Tokyo conclude la sessione in ribasso a causa delle preoccupazioni legate alle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e ai conflitti in Medio Oriente. Anche i dati sull’inflazione superiore alle attese hanno influenzato negativamente il mercato, impattando sui titoli bancari. L’indice Nikkei e il Topix registrano flessioni.
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