Wall Street sostenuta da boom petrolio. Indici Usa sfidano guerra Russia-Ucraina e conferma Fed su rialzo tassi a marzo
Miglioramento del sentiment a Wall Street, dopo il forte tonfo della vigilia. La borsa Usa sale nonostante la guerra tra Russia e Ucraina e anche dopo la diffusione degli estratti del discorso che sarà proferito a partire dalla giornata di oggi dal numero uno della Fed, Jerome Powell, al Congresso degli Stati Uniti. Il Dow Jones avanza di 270 punti (+0,81%), a 33.566 punti; lo S&P sale dello 0,87% a 4.344 punti, mentre il Nasdaq fa +0,66% a quota 13.620 circa.
Dagli estratti del discorso di Powell, emerge l’intenzione della banca centrale americana di alzare comunque i tassi sui fed funds a marzo, nonostante la guerra tra la Russia e l’Ucraina:
“Sarà appropriato aumentare i tassi di interesse a marzo – dirà il timoniere della Federal Reserve, che preciserà comunque anche che “l’impatto dell’invasione dell’Ucraina sull’economia americana è molto incerto”.
Powell annuncerà anche che la Fed inizierà “a ridurre il bilancio dopo l’inizio del ciclo di rialzi dei tassi”. Massima l’attenzione che continuerà a essere data al trend dell’inflazione: “La Federal Reserve monitora attentamente i rischi di ulteriori pressioni al rialzo sulle aspettative dell’inflazione e sull’inflazione, considerando diversi fattori”.
Buone notizie sono arrivate oggi dal fronte macro Usa, con il report sull’occupazione stilato dalla società ADP: dal rapporto è risultato che, nel mese di febbraio, l’economia degli Stati Uniti ha creato 475.000 nuovi posti di lavoro nel settore privato, molto meglio rispetto alla crescita di 388.000 unità attesa dal consensus.
Maxi revisione al rialzo dei numeri di gennaio, che avevano indicato inizialmente una perdita del numero delle buste paga pari a -301.000 unità. Con la revisione, si apprende ora che a gennaio il settore privato aveva creato invece 509.000 nuovi posti di lavoro.
Grande attesa per la diffusione del report occupazionale Usa che sarà reso noto dopodomani, alle 14.30 ora italiana. Le stime degli economisti sono per una creazione di nuovi posti di lavoro, nel mese di febbraio, pari a +440.000.
In rialzo oggi a Wall Street i titoli dei giganti americani dell’oil Exxon Mobil e Chevron, che salgono del 3% circa, sulla scia del rally dei prezzi del petrolio. Oggi il contratto sul petrolio Wti (riferimento Usa) è volato oltre la soglia dei 111 dollari al barile (per la prima volta dal 2013) e il Brent (riferimento europeo) si è infiammato oltre quota 113 dollari. Entrambi i contratti sono balzati di oltre +6%, in attesa della decisione dell’Opec +, l’alleanza che comprende i paesi Opec come l’Arabia Saudita e non Opec come la Russia.
Decisione che è appena arrivata: in linea con le attese, il cartello dei produttori ha mantenuto la sua linea attuale, confermando il programma di graduale aumento della produzione di greggio di 400mila barili al giorno in più ad aprile. Nessun aumento dell’offerta, dunque, nonostante il boom dei prezzi.
La prossima riunione è prevista per il prossimo 31 marzo.
I prezzi del petrolio rimangono in forte rialzo, riportando una fiammata ancora superiore a +6%.
Dopo le sanzioni è aumentata di fatto la paura che Vladimir Putin possa decidere di chiudere i rubinetti dell’energia che la Russia produce.
Tra i titoli protagonisti a Wall Street anche Ford, dopo che il colosso dell’auto ha annunciato che procederà allo spin off della sua divisione di auto elettriche:
la sua attività produttiva si dividerà dunque con una operazione di spin off in due unità separate. Il titolo Ford balza di oltre il 6%.
I tassi sui Treasuries Usa a 10 anni risalgono all’1,75%, dopo essere scesi sotto l’1,7% nella giornata di ieri.
Il Dow Jones Industrial Average ha perso ieri 597,65 punti a 33.294,95 punti, mentre lo S&P 500 ha ceduto l’1,55% a 4.306,26. Il Nasdaq Composite è arretrato dell’1,59%, a quota 13.532,46.
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Seduta in calo per il Ftse Mib, con lo stacco del dividendo per 10 big di Piazza Affari. Domani i salari Bce, mercoledì Nvidia
OVS ha recentemente acquistato 256.510 azioni proprie nell’ambito del suo programma di riacquisto, rappresentando lo 0,088% del capitale sociale. L’operazione è stata effettuata a un prezzo medio di 2,8573 euro per azione. Attualmente, OVS detiene il 15,8790% del proprio capitale sociale. Nonostante l’acquisto, il titolo OVS ha registrato una flessione del 2,16% in borsa, stabilizzandosi a 2,896 euro per azione.
Gli investitori osservano attentamente le mosse della BCE e della Fed, con interventi attesi da Christine Lagarde e Jerome Powell. I principali indici americani, tra cui Dow Jones e Nasdaq, mostrano stabilità, mentre l’attenzione si concentra su Tesla e le nuove normative di Trump sulla guida autonoma.
Nel terzo trimestre, Xiaomi ha visto un incremento del 9,9% dell’utile netto, raggiungendo 5,35 miliardi di yuan, grazie alle forti vendite nei settori smartphone, servizi Internet e veicoli elettrici. I ricavi totali sono aumentati del 30%, arrivando a 92,51 miliardi di yuan, superando le previsioni degli analisti.