Web Tax: ritardi nell’emanazione, si rischia buco da 150 milioni
Ancora nessuna notizia sul fronte della web tax. La tassa sull’economia digitale, che l’Italia tenta di introdurre in solitaria dal 2013, dovrebbe essere introdotto sui ricavi dei colossi del web già da quest’anno ma in assenza del decreto attuativo, che andava emanato entro fine aprile, rischia di creare un ‘mini-buco’ per le casse dello Stato da 150 milioni nel 2019, che diventano oltre mezzo miliardo (600 milioni era cifrata in manovra) a regime a partire dal prossimo anno.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.