Acronimo di Non Fungible Token, l’NFT è la nuova mania digitale che sta prendendo piede di pari passo con bitcoin e blockchain. Un rapporto della Non Fungible Corporation e dell’Atelier BNP Paribas, ha sottolineato che nel 2020 gli scambi del mercato Nft hanno superato i 250 milioni di dollari.
NFT: cosa sono e a cosa servono
Un quadro, un libro, una canzone o un modello di scarpe…l’NFT è un certificato digitale che sta diventando la nuova frontiera dell’autenticazione di prodotti vari. Nasce nel 2017 ma diviene popolare grazie a personaggi come Elon Musk e Jack Dorsey. Il numero uno di Tesla ha messo in vendita su Twitter una canzone techno ispirata all’NFT, mentre il fondatore di Twitter ha messo all’asta il suo primo tweet con un NFT.
In sostanza con l’NFT si acquista non l’opera in sé ma un certificato, un token, che consente di affermare i diritti sull’opera. Gli NFT sono token non fungibili, ovvero dei token che sono unici e non possono essere scambiati alla pari con altri token. Gli NFT sono come una sorta di “lucchetto” digitale basato su una lunga stringa di numeri e lettere, che consente di provare il possesso di un oggetto virtuale o digitale. Diversamente da altri beni cifrati però, il NFT è unico per design e non può essere scambiato come le criptovalute o altri asset.
L’11 marzo scorso la casa d’aste Christie’s ha battuto online all’asta per quasi 70 milioni di dollari l’opera d’arte digitale più costosa di sempre e mai venduta con il metodo dei non fungible tokens. Trattasi de The First 5.000 days di Beeple, graphic designer 39enne americano, un collage di immagini che ha scatenato l’interesse di 33 partecipanti all’incanto da tutto il mondo.
L’NFT è una bolla? Sicuramente oggi l’NFT è una moda, data la relativa novità del sistema e magari può essere che in futuro quanto acquistato oggi varrà meno (anche se non tutti i casi), ma parlare di bolla non ha senso.