Rob Anders sta rivoluzionando il mondo dell’arte con i suoi schermi interattivi che mostrano le opere dei più influenti artisti contemporanei
A cura di Margherita Calabi e Elisa Copeta
Con Niio, l’azienda fondata nel 2014, Rob Anders sta portando l’arte digitale da Israele in tutto il mondo.
Come si consuma l’arte nell’era digitale?
“Viviamo in un mondo dove tutto è connesso, tutto è on demand. Le persone hanno cominciato a consumare arte anche attraverso Internet. Alcune forme di arte digitale, come la video-art, esistono dagli anni ‘60, ma il grande interesse sta nascendo proprio adesso. Gli artisti hanno più strumenti per dare spazio alla loro creatività e raccontare il mondo in cui viviamo. Durante la pandemia, abbiamo consumato più contenuti digitali e abbiamo sempre più schermi intorno a noi: stiamo attraversando una trasformazione digitale importante”.
Dev Harlan, Aero Gardens I – Attraction
Qual è la mission di Niio e come è nato questo progetto?
“Mi sono sempre occupato di startup nell’ambito tecnologico. Ho fondato quest’azienda insieme a Oren Moshe, uno dei pionieri della ‘user- experience’ in Israele. Entrambi volevamo fare qualcosa di forte impatto. Volevamo dare alle persone un momento per riconnettersi con sé stesse. La nostra mission è quella di dare agli artisti gli strumenti per mostrare la loro arte in modo sempre più innovativo e raggiungere un pubblico più ampio, e allo stesso tempo portare l’arte nella vita di più persone e ispirarle”.
La vostra piattaforma supporta una rete globale di artisti, gallerie, biblioteche e istituzioni. Come funziona?
“Gli artisti e le gallerie possono caricare le loro opere sulla nostra piattaforma e gestire autonomamente il proprio lavoro. Possono scegliere quali opere mostrare e quali vendere. Il consumatore, invece, ha un’esperienza conoscitiva guidata: abbiamo collezioni d’arte tailor-made per i nostri clienti. A seconda dei loro gusti si passa dall’arte astratta a opere più realistiche. Dalla nostra app, tramite abbonamento, si ha accesso a collezioni d’arte che possono essere trasmesse su qualsiasi schermo di casa. Inoltre, i nostri clienti possono acquistare o noleggiare opere in edizione limitata: un’opera del valore di 100.000 dollari può essere noleggiata per un mese al prezzo di 1.000 dollari”.
Quale sono i trend nell’arte digitale oggi?
“L’arte digitale di per sé è una tendenza. Dalla fine della pandemia i cripto-miliardari cercano qualcosa di nuovo in cui investire e sempre più persone stanno rivolgendo la loro attenzione agli spazi di casa. Oggi l’arte digitale è un asset sicuro su cui investire. Il mondo si sta muovendo in questa direzione. Penso che l’arte digitale sia il miglior strumento che rappresenta la nostra generazione”.
Con sede a Tel-Aviv, Niio ha attività negli Stati Uniti, in Asia, nel Regno Unito e clienti in oltre 40 Paesi. Quali mercati volete sviluppare?
“Oggi abbiamo persone in 82 Paesi che utilizzano la nostra app, dagli artisti ai clienti. Inizialmente ci siamo concentrati sugli spazi commerciali, gli alberghi di lusso, gli aeroporti e le lobby. Oggi ci concentriamo sul consumatore. Gli Stati Uniti sono il nostro mercato principale. Abbiamo una partnership globale con Samsung: alcuni showroom in Italia con schermi Samsung mostrano le opere di Niio. Ci stiamo focalizzando su New York e Los Angeles, ma anche Londra è un mercato forte. Prima del Covid l’Asia, in particolare Hong Kong, era un mercato di riferimento poiché l’Asia è molto digital-friendly”.
Chi è il vostro cliente di riferimento?
“Sono clienti lifestyle, che amano la cultura. Possono essere collezionisti d’arte tradizionale o persone che apprezzano il design, l’architettura, la moda e il lusso. Sono persone che tengono molto a rendere unici i propri spazi”.
Refik Anadol, Wind of Linz
Quali sono i suoi artisti preferiti?
“Sono un grande fan di Ori Gersh e William Kentrich, quest’ultimo è uno dei migliori video-artist al mondo. Poi c’è una nuova generazione di artisti come l’italiano Davide Quayola che reinterpreta il classico in digitale. Quayola si lascia ispirare dai grandi maestri e re-immagina le loro opere, torna nei campi dove dipingeva Van Gogh e li reinterpreta in video”.
L’arte digitale può davvero sostituire l’arte tradizionale?
“La pittura, la scultura e la fotografia non verranno mai sostituite. L’arte continuerà ad avere forme diverse, anche nell’era digitale: oggi parliamo di schermi, nel prossimo futuro si arriverà agli ologrammi e all’arte virtuale. Quello che abbiamo notato è che la percentuale di arte digitale nelle collezioni private sta aumentando sempre di più”.
L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di luglio del magazine Wall Street Italia