Assume sempre più i contorni del giallo il licenziamento a sorpresa di Carlos Ghosn, il super manager brasiliano di origini libanesi alla guida dell’alleanza globale dell’automobile Renault-Nissan-Mitsubishi.
Secondo la ricostruzione del Financial Times, nelle settimane precedenti all’arresto, Ghosn stava pianificando una fusione tra Renault e Nissan. Un progetto a cui il consiglio della casa automobilistica giapponese si opponeva con forza. Secondo una fonte vicina al cda, diversi membri del consiglio di amministrazione di Nissan si aspettavano un’offerta nei prossimi mesi.
Renault e Nissan sono legati da una partnership industriale legata attraverso partecipazioni incrociate, progettata da Ghosn quasi 20 anni fa. E che lo stesso manager, in qualità di capo dell’alleanza e presidente della casa automobilistica di Nissan, voleva rafforzare, attraverso una fusione in modo da rendere la partnership “irreversibile”.
Mentre il tribunale di Tokyo ha approvato un prolungamento di 10 giorni della detenzione del manager, il consiglio di amministrazione di Renault ha nominato il numero due di Renault, Thierry Bolloré, vice ceo ad interim del gruppo e Philippe Lagayette lead independent director di Renault e presidente provvisorio.
Secondo fonti giapponesi Ghosn rischia fino a 10 anni di carcere per aver violato norme del Financial Instruments and Exchange Act non dichiarando parte dei compensi (circa 40 milioni di euro) percepiti con la complicità del collaboratore Greg Kellyoltre a tenere nascosto al fisco l utilizzo di beni aziendali come le residenze acquistate dal Gruppo a Parigi, Amsterdam, Rio de Janeiro e Beirut.
Iniziano intanto a circolare, i primi nomi sul successore. Tra questi emergono i nomi di Didier Leroy, francese nel board di Toyota e Carlos Tavarez, ex vice di Ghosn nell’ alleanza ed ora alla guida del gruppo Psa.