Prima di andare a Stoccolma a ritirare il premio Nobel per l’Economia del 2016, Oliver Hart, ha dichiarato quello che molti economisti non solo euroscettici pensano: ossia che “l’euro è stato un errore“.
Secondo Hart, laureato del Nobel quest’anno insieme all’economista Bengt Holmstroem, la parola chiave è “decentramento” e l’Unione Europea dovrebbe avviare un processo di decentramento che restituisca ai Paesi membri spazi di manovra.
“Forse l’Ue si è spinta troppo oltre nel centralizzare il potere. Se abbandona questa tendenza, l’Unione europea può sopravvivere e prosperare, ma in caso contrario potrebbe fallire”, ha aggiunto Hart nell’intervista a Efe.
Secondo il professore di Harvard un altro problema dell’Ue è che i suoi stati membri “non sono sufficientemente omogenei” per essere “una cosa sola” ed è “davvero un errore insistere su questa strada”.
Potere meno centralizzato in Ue
Tutti questi motivi spingono a pensare che i cittadini sarebbero maggiormente al sicuro se il potere fosse meno centralizzato. Il vincitore del Nobel ritiene dunque che l’euro non sia l’unico problema dell’Europa.
L’Ue dovrebbe conservare il controllo di “alcune aree importanti”, come quelle del libero commercio e della libera circolazione dei lavoratori. Quest’ultima, in particolare, “è un’idea che mi piace particolarmente, anche se capisco le preoccupazioni politiche” che crea.
Il collega Holmström concorda in gran parte con Hart e dice che l’Ue “deve ridefinire le sue priorità, limitando le sue attività e il suo braccio di regolamentazione, con l’obiettivo di concentrarsi su quello che di buono può essere fatto per le cose fondamentali.
L’economista finlandese, che insegna al MIT di Boston (Massachusetts Institute of Technology), è convinto che Bruxelles debba resettare il suo sistema di governance e le sue regole di base per rendere “più chiare” e di più semplice attuazione.