ROMA (WSI) – Si chiama Jean Tirole, è un economista francese ed è a lui che è stato conferito il Premio Nobel per l’Economia del 2014, per “la sua analisi della regolamentazione e potere di mercato”.
La Royal Swedish Academy of Sciences ha affermato che Tirole, “uno degli economisti più influenti del nostro tempo”, è riuscito a chiarire “come comprendere e regolamentare settori con poche aziende potenti”.
61 anni, Tirole lavora presso la Scuola Economica di Toulouse, in Francia. “Dalla metà degli anni ’80 in poi, Jean Tirole ha dato nuova vita alla ricerca sui fallimenti di mercato”, ha spiegato l’Accademia, aggiungendo che il lavoro dell’economista ha influenzato il modo in cui i governi gestiscono le fusioni o i cartelli.
Tirole ha anche spiegato come i governi dovrebbero regolamentare i casi di monopolio.
“In diversi articoli e libri, Jean Tirole ha presentato un quadro generale a cui attenersi per elaborare queste politiche e ha applicato tale quadro a diversi settori, da quello delle tlc a quello bancario”, ha sottolineato la Reale Accademia.
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Negli anni settanta Tirole ha conseguito due lauree in ingegneria, la prima presso l’École polytechnique di Parigi (1976) e la seconda presso l’École nationale des ponts et chaussées di Parigi (1978) ed un “Doctorat de 3ème cycle” in matematica per le decisioni presso l’Università Paris-Dauphine (1978). Nel 1981 consegue il dottorato di ricerca al Mit.
Jean Tirole ha pubblicato oltre 180 articoli su temi economici e finanziari, oltre che diversi libri, tra cui The Theory of Industrial Organization, Game Theory (con Drew Fudenberg), A Theory of Incentives in Procurement and Regulation (con Jean-Jacques Laffont), The Prudential Regulation of Banks (con Mathias Dewatripont), Competition in Telecommunications (con Jean-Jacques Laffont), Financial Crises, Liquidity, and the International Monetary System, e The Theory of Corporate Finance. (AdnKronos)
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Giganti globali come Google e le banche. Sono i due temi che il nuovo premio Nobel all’economia, il francese Jean Tirole, e’ stato chiamato ad affrontare, in diretta telefonica durante la conferenza stampa di presentazione del conferimento dell’onorificienza. “Grazie, sono onorato e sono cosi’ emozionato che non so come riusciro’ a rispondere, ma ci provero'”, ha detto.
L’economista dell’universita’ di Tolosa e’ stato innanzitutto interpellato sul come sia opportuno agire per evitare che multinazionali della new economy come Google finiscano per abusare di posizioni dominanti. Tirole ha spiegato che la particolarita’ di questi settori e’ nei “due lati” sui quali agiscono: da un parte il grade pubblico a cui sono rivolti i servizi finali, e che solitamente prevedono prezzi molto bassi o addirittura gratuiti, dall’altra il canale degli inserzionisti a pagamento e che invece spesso prevedono prezzi elevati.
Intervenire quindi presuppone agire sui due versanti, tenendo presente che non per forza le posizioni di quasi monopolio pongono rischi. Anche perche’ “e’ chiaro che in questi settori le esternalita’ di rete sono comunque alte”, ha detto. Ad ogni modo e’ richiesto un approccio diverso da quello che l’Antitrust poteva avere con i monopoli tradizionali, in cui si operava guardando ad un solo canale.
Meno difficili da decifrare forse le affermazioni che ha poi fatto sulle banche. Tirole ha detto chiaro e tondo che l’Unione bancaria che i paesi europei hanno voluto creare (che a breve vedra’ l’avvio della vigilanza unica da parte della Bce) e’ una “idea fantastica. Non sappiamo ancora come funzionera’ in concreto ma e’ molto importante. Creera’ un terreno di competizione comune e uniformando i vari regolatori nazionali togliera’ almeno in parte l’influenza della politica”.
In generale sulla regolamentazione del settore bancario “penso sia un terreno molto difficile”, ha pero’ avvertito il neo premio Nobel. Perche’ “da un lato la regolamentazione deve essere abbastanza leggera, da non soffocare l’iniziativa di impresa, dall’altro deve risultare sufficientemente energica da intervenire abbastanza presto, quando una banca assume comportamenti sbagliati. La cosa difficile e’ avere assieme queste due cose”. Piu’ nello specifico secondo Birole bisogna stare attenti ai rischi di controparte assunti dalle banche, in particolare quando queste ultime sono parti non regolamentate. (Asca)