Sulle borse americane gli ordini di vendita sono ormai bloccati solo dai sistemi automatici di contenimento e neppure l’intervento di Abby Cohen, l’ascoltata guru di Goldman Sachs, e’ riuscito a frenare l’emorragia.
A meno di un’ora dalla soglia di meta’ giornata il Nasdaq si riporta in calo di oltre il 3,5% mentre l’indice Dow Jones cede poco meno del 2%.
La seduta conclusiva di una settimana nera si e’ aperta sul dato economico relativo ai prezzi al consumo negli Stati Uniti nel mese di marzo, aumentati dello 0,7% (“core index” +0,4%), molto al di sopra delle aspettative dei mercati.
La sirena di allarme per l’inflazione e’ scattata in una fase di grande tensione sui mercati, in particolare per quanto riguarda il settore tecnologico, e il tabellone elettronico ha sfondato questa mattina anche la soglia psicologica dei 3.600 punti.
Gli analisti spiegano la reazione dei mercati non con il timore di un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve, un provvedimento dato per scontato, ma sull’entita’ della manovra.
La stretta sul costo del denaro rischio ora di essere meno “progressiva e in prevenzione” di quanto lo stesso governatore della banca centrale, Alan Greenspan, contasse di fare.