Non solo le grandi banche Usa con sede a New York. Anche alcuni big hi-tech della Silicon Valley californiana fremono per avere di nuovo i dipendenti alle loro scrivanie.
Apple è tra questi. In un’intervista rilasciata a People, Tim Cook, numero uno del colosso di Cupertino, ha detto di non vedere l’ora che i dipendenti del suo gruppo possano tornare in ufficio. Il motivo?
“Il mio istinto dice che, per noi, è ancora molto importante essere fisicamente in contatto gli uni con gli altri perché la collaborazione non è sempre un’attività pianificata. L’innovazione non è sempre un’attività pianificata. Si scontrano l’un l’altro nel corso della giornata e può aiutare a portare avanti un’idea che hai appena avuto. E hai davvero bisogno di stare insieme per farlo” ha spiegato Cook.
Nonostante il CEO di Apple voglia tornare in ufficio il prima possibile, riflette su tutti i risultati che il gruppo ha ottenuto nell’anno della pandemia:
“Abbiamo lanciato il primo iPhone 5G. Abbiamo introdotto il chip M1 nei Mac. Questi sono risultati importanti. Abbiamo fatto tutto questo reinventando il modo in cui stavamo lavorando”.
Silicon Valley: Apple in smart working fino a giugno
In linea con altri giganti dell’hi-tech, Apple ha deciso di adottare la formula dello smart working almeno fino al giugno 2021.
“Non c’è nulla che possa sostituire la collaborazione faccia a faccia ma abbiamo anche imparato molto su come possiamo svolgere il nostro lavoro fuori dall’ufficio senza sacrificare la produttività o i risultati. Tutti questi insegnamenti sono importanti e quando avremo superato questa pandemia, manterremo tutto il buono di Apple a cui aggiungeremo il meglio che abbiamo tratto dai cambiamenti avvenuti quest’anno” aveva spiegato tempo fa Cook, a proposito dello smart-working.
Il Ceo ha quindi aggiunto che molti dipendenti potranno rientrare in Apple Park e negli altri uffici dell’azienda solo a partire da giugno 2021.