Affondo di Confedilizia sulla nuova legge sugli affitti brevi. Una norma che entrerà in vigore il primo giugno e che tra le altre cose prevede per tutti i proprietari che affittano casa con l’affitto breve tramite Airbnb e portali simili il pagamento del 21% di cedolare secca (opzionale) che verrà direttamente trattenuta dall’intermediario. Questa è la novità per una tassa che esisteva anche prima dell’ultimo provvedimento governativo dovuto alla Manovrina dell’11 aprile scorso, ma che pochi versavano.
Per il presidente dell’associazione Giorgio Spaziani Testa considera “molto pericoloso, oltre che di dubbia costituzionalità”.
“Oltre a introdurre una nuova tassa – con l’estensione dell’imposta di soggiorno alle locazioni e a tutta Italia – viene delegato a un provvedimento non legislativo, da un lato il potere di stabilire che un diritto costituzionale come quello di proprietà attraverso la locazione venga sottoposto ad autorizzazioni, dall’altro quello di trasformare in imprenditore chi affitti per un tot di giorni superiore a quanto deciderà il funzionario ministeriale di turno o possieda un numero di appartamenti maggiore di quanto sarà gradito allo stesso funzionario”.
Dal punto di vista dei contenuti, Spaziani aggiunge:
“Nuove tasse, nuova burocrazia, nuovi adempimenti, addirittura obblighi di partita Iva, scritture contabili, commercialisti ecc. per chi si permette di fare qualcosa che non è gradito dal mondo alberghiero. Nel Paese del turismo, si uccide la locazione turistica. Come diceva qualcuno, continuiamo così, facciamoci del male”.
Dalla cifra ricavata a notte bisognerà togliere la commissione dei portali (tra il 16 e il 20%) e il 21% di cedolare secca. In tasca al proprietario arriverà quindi poco più del 60% del prezzo a notte, dal quale dovrà togliere le spese di condominio, i servizi (luce gas etc) e le spese di pulizia.