(9Colonne) – Roma, 17 set – Se il sistema bancario non si fida di se stesso, come si può pretendere che i risparmiatori si fidino del sistema bancario? E’ quanto si chiede l’economista Simonetta Cotterli, che insegna Diritto commerciale all’Università di Modena. In un articolo pubblicato oggi su “la voce. info”, Cotterli esamina il caso della Northern Rock, l’ottava banca inglese per grandezza, i cui sportelli sono stati presi d’assalto dai depositanti. “Si tratta di una banca che, come le autorità creditizie inglesi si sono affrettate a dichiarare, è perfettamente sana, rispetta abbondantemente i requisiti patrimoniali stabiliti dalle regole prudenziali e la qualità del suo portafoglio crediti è buona”. All’origine dell’assalto agli sportelli “non c’è alcuna ragione oggettiva, dunque, ma l’effetto che una notizia, l’annuncio di aver chiesto e ottenuto un finanziamento straordinario a lungo termine dalla Bank of England, è stata in grado di provocare sui risparmiatori”. La Northern Rock, oltre a dover fronteggiare il rimborso del 4-5 per cento dei depositi (si è parlato di un miliardo di sterline), ha visto anche crollare il proprio titolo, che ha perduto alla Borsa di Londra, nella giornata dell’annuncio, il 32 per cento del suo valore. “Se la Northern Rock era fino a ieri una banca solida, oggi, pur non essendo a rischio insolvenza, è una banca debole e così il rischio più probabile – osserva Cotterli – appare quello di scalata”. La banca inglese reperiva usualmente i fondi per il finanziamento delle proprie attività, prevalentemente indirizzate al settore mutui, dunque a medio-lungo termine, sul mercato interbancario. “Ma allo stato attuale, le banche stanno sperimentando una crisi di sfiducia reciproca. In Europa i tassi interbancari sono cresciuti, le banche hanno drasticamente diminuito la concessione di credito l’un l’altra e guardano con sospetto i rispettivi portafogli. Questa situazione ha costretto la Northern Rock a rivolgersi alla Banca centrale per una iniezione di liquidità. La notizia ha dato una spallata all’evidentemente già traballante fiducia dei risparmiatori, che sono corsi a mettere al riparo il proprio risparmio”. Insomma: se c’è sfiducia tra le banche, è evidente che viene messa a dura prova anche la fiducia dei risparmiatori. “Trasparenza, correttezza e informazione – conclude l’articolo de lavoce.info – appaiono allora l’unica via per le banche per rafforzare quel sentimento di fiducia che è alla base del rapporto che le lega al cliente e che si dimostra sempre, dall’Ottocento all’era della globalizzazione, un elemento essenziale per assicurare la stabilità del sistema”.
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