ROMA (WSI) – Dall’unione tra Sogin e Ansaldo Nucleare potrebbero nascere problemi per la sicurezza dell’Italia. Lo sostiene il MoVimento 5 Stelle che ha aperto il dibattito sulla questione con un’interrogazione in Senato. La paura del secondo gruppo politico parlamentare per numero di seggi è che il progetto di matrimonio, curato direttamente dal ministero dello Sviluppo Economico, lasci entrare capitale straniero in un’attività strategica molto delicata per il paese.
La controllata del Tesoro Sogin, che gestisce le operazioni di smantellamento delle vecchie centrali nucleari italiane, realizzerà il deposito nazionale delle scorie radioattive. Da parte sua Ansaldo Nucleare, che si occupa invece della costruzione di impianti nucleari di terza generazione all’estero, è partecipata al 40% dai cinesi della Shangai Electric.
L’appello del senatore Gianni Girotto (M5S) è quello di coinvolgere il Parlamento e non lasciare che governo e settore privato regolino la pratica a modo loro. Il progetto è già stato discusso, con i vertici delle due aziende presenti.
L’intreccio preoccupa Girotto e il suo gruppo parlamentare dal momento che nel 2010 è stato “affidato a Sogin il compito di localizzare, realizzare e gestire il Parco Tecnologico e il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi prodotti dalle attività nucleari” delle vecchie centrali dismesse, oltre a quelli “industriali, di ricerca e di medicina nucleare”. Si tratta del deposito dove confluiranno tutte le scorie italiane.
Sogin è incaricata anche del “coordinamento delle attività previste dall’accordo stipulato tra il governo italiano e la Federazione Russa nell’ambito del programma ‘Global Partnership’ che riguarda lo smantellamento dei sommergibili nucleari russi e la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile irraggiato”. Mentre Ansaldo Nucleare è, a sua volta, impegnata “nella realizzazione e nella manutenzione di reattori nucleari in Cina, in Romania e in Slovacchia”.
Se il progetto di fusione esiste veramente Girotto vuole sapere dal ministero di Economia e Sviluppo se non ritiene “rischioso concedere attività rilevanti per la politica e la sicurezza nazionale, come quelle del decommissioning (i.e. smaltimento) e della realizzazione e gestione del deposito nazionale di rifiuti nucleari”, attualmente affidato alla Sogin, “a società con capitale straniero”.