Società

Nucleare, un governo beffa: “Stop solo per evitare il referendum”

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Roma – Premette: “Siamo assolutamente convinti che l’energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo”. Poi ammette senza giri di parole il bluff dell’esecutivo: “La gente era contraria, fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare”. Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa seguita al vertice italo-francese a Villa Madama, puntualizza così il senso della “moratoria nucleare” del governo. Quello stop, a detta di Berlusconi momentaneo, seguito al disastro di Fukushima 1, che ha reso vano il referendum previsto per giugno 2. E che, con tutta probabilità, avrebbe visto la bocciatura della scelta nuclearista.

“L’accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni. Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria, per chiarire la situazione giapponese e tornare tra due anni a un’opinione pubblica conscia della necessità nucleare” dice il Cavaliere. “Siamo assolutamente convinti che nucleare sia il futuro per tutto il mondo – aggiunge Berlusconi – L’energia nucleare è sempre la più sicura”. Anche perché, assicura, il disastro giapponese si è verificato perchè la centrale di Fukushima era stata edificata su un terreno che non lo permetteva.

Quel che è certo, continua il premier, è che il futuro dei contratti tra Enel e Edf sul nucleare non pare compromesso: “Non vengono abrogati, non vengono annullati e stiamo decidendo di mandare avanti molti settori di questi contratti come quelli relativi alla formazione”.

Sarkozy. “Rispettiamo la decisione dell’Italia ma se gli italiani decideranno di tornare al nucleare, la Francia sarà un partner accogliente e amico – dice Sarkozy – siamo pronti a lavorare con voi e a rispondere a tutte le vostre domande sulla sicurezza delle nostre centrali”.

REFERENDUM: PANNELLA, POCO CREDIBILI GLI ULULATI DI OGGI – GOVERNO BERLUSCONI FA COME ALTRI, COME PCI NEGLI ANNI ’70

(ANSA) ‘Leggi che tradiscono i referendum? E dove sta la notizia? Nella nostra esperienza parlamentare degli anni Settanta abbiamo visto tentativi smaccati di cancellare i referendum, in cui il centrosinistra e i presidente della Repubblica facevano di tutto per far fuori nostri quesiti.

Oggi dunque questi ululati sul fatto che il governo Berlusconi fa una delle cose che gli altri hanno fatto sempre mi fanno sorridere’. Lo afferma Marco Pannella, nel corso della conversazione domenicale con Radio Radicale. ‘Forse vale la pena di ricordare – conclude il leader radicale – che il Partito Comunista Italiano, dal 1972 al 1974 il partito, di fronte ad una Dc che era marmellata, che cercava di abolire o superare la legge Fortuna per non fare quel referendum sul divorzio che poi vincemmo’.