New York – Come era intuibile dalle divisioni intestine a un paese disorientato, in piena crisi economica e dal tessuto sociale e politico sfilacciato, non e’ stato possibile raggiungere un accordo per la formazione di un nuovo governo. Lo riferisce prima un portavoce della presidenza e in seconda istanza in via ufficiale il socialista Evangelos Venizelos.
Uno dopo l’altro tutti i partiti principali hanno rinunciato al compito oneroso di formare una coalizione di governo tecnico con un mandato limitato, che porti il paese fuori dalla crisi. Il principale ostacolo? Solo il primo e terzo partito del paese (i Socialisti e la formazione Nuova Democrazia di Samaras) sono favorevoli alle cure a base di misure di austerita’ e piani di aiuto esterni imposte dalle Troika composta da Bce, Fmi e Commissione Ue.
“Sfortunatamente il paese andra’ alle elezioni in condizioni molto negative”, ha dichiarato Venizelos, leader del movimento Panellenico Socialista (Pasok) dopo che la riunione fiume di due ore alla quale hanno partecipato i cinque leader delle fazioni principali si e’ conclusa con un nulla di fatto.
Un esecutivo di transizione verra’ nominato domani. Il passo successivo sara’ quello di indire nuove elezioni e fissare una data per il ritorno alle urne.
L’effetto sui mercati e’ deleterio: la borsa di Atene cede il 4,65%, le banche il 9,97%: Alpha fa –14,34%, NBG –8,9%, Eurobank –15,03%, Piraeus –9,91%. Accusano il colpo anche gli altri mercati europei. Milano cede l’1,89%, Londra lo 0,46%, Francoforte lo 0,61%, Parigi lo 0,41%. L’indice di riferimento del continente Stoxx600 ha perso il 10% dai massimi dell’anno toccati in marzo. L’euro buca $1,28.