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Nuova analisi della stratificazione del rischio per TYSABRI® pubblicata nel New England Journal

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Biogen Idec (NASDAQ: BIIB) ed Elan Corporation, plc (NYSE: ELN) hanno annunciato oggi la pubblicazione da parte del New England Journal of Medicine dei risultati delle ricerche sul programma di gestione del rischio globale delle società che aggiornano i dati sull’aumento del rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva del TYSABRI® (natalizumab). La leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML) è un’infezione rara del cervello che generalmente causa decesso o grave invalidità nei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM). Le analisi hanno preso in considerazione i tre fattori di rischio per i pazienti associati che aumentano il rischio di contrarre PML: la presenza di anticorpi anti-JCV, l’uso precedente di farmaci immunosoppressori e la maggiore durata del trattamento a base di TYSABRI. Biogen Idec ed Elan hanno sviluppato un algoritmo quantitativo di stratificazione del rischio per aiutare i medici e i pazienti affetti da SM a prendere decisioni più informate in merito alle decisioni di trattamento con TYSABRI, terapia molto efficace per le forme recidivanti di SM. “Identificando questi fattori di rischio e incorporandoli nel nostro algoritmo per la stratificazione dei rischi, offriamo i vantaggi della medicina personalizzata per la SM”, ha dichiarato Alfred Sandrock, M.D., Ph.D., Vicepresidente Senior per lo sviluppo scientifico e Ufficiale Medico Capo per Biogen Idec. “Questo approccio terapeutico ha come obiettivo aiutare i pazienti a comprendere meglio i loro profili rischio-beneficio individuali nel valutare TYSABRI come opzione terapeutica”. Informazioni sulla ricerca I ricercatori hanno utilizzato dati di studi clinici, fonti post-marketing e un archivio svedese indipendente per stimare l’incidenza della PML tra i pazienti trattati con TYSABRI. I dati aggiornati al 29 febbraio 2012 relativi a 212 casi confermati di PML su 99.571 pazienti trattati con TYSABRI sono stati impiegati per sviluppare un algoritmo per la stratificazione dei rischi basato sui tre fattori di rischio stabiliti per la PML: status di anticorpo anti-JCV, precedenti terapie immunosoppressive (IS) e durata della terapia a base di TYSABRI, (da 1 a 24 mesi rispetto a da 25 a 48 mesi). A seconda della presenza o dell’assenza di questi fattori di rischio, i pazienti sono stati suddivisi in due sottogruppi distinti, in base a rischio maggiore o minore di sviluppare la PML. Sono stati testati per anticorpi gli anti-JCV dei campioni di sangue da 5.896 pazienti affetti da SM che hanno partecipato a tre studi clinici – AFFIRM, STRATIFY-1, e il braccio americano dello studio TYSABRI TYGRIS (Global Observational Program in Safety) – insieme a dei campioni di sangue di pazienti inclusi nell’archivio Swedish Multiple Sclerosis. Inoltre sono stati testati per anticorpi anti-JCV i dati relativi a 54 pazienti trattati con TYSABRI che hanno sviluppato la PML e per i quali sono stati raccolti campioni di sangue per un periodo da sei a 187 mesi prima di essere stati diagnosticati con PML: tutti i campioni sono risultati positivi agli anticorpi anti-JCV. I dati relativi a precedenti terapie immunosoppressive (IS) non risultati disponibili per tutti i pazienti sottoposti a TYSABRI. Pertanto la percentuale relativa a terapie terapie immunosoppressive precedenti all’interno degli studi TYGRIS globali (USA e Resto del mondo) è stata impiegata per stimare le terapie immunosoppressive precedenti utilizzate nella popolazione complessiva trattata con TYSABRI. Risultati Il rischio di PML aumenta con l’aumentare della durata del trattamento a base di TYSABRI, e il maggiore aumento è stato riscontrato dopo 2 anni di terapia. I dati relativi a terapie della durata superiore a 4 anni sono molto limitati. L’impiego di precedenti terapie immunosoppressive è stato più comune nei pazienti che hanno sviluppato la PML (34,5%) rispetto ai pazienti dello studio globale TYGRIS (20,3%), indicando che tale pratica è associata a un maggiore rischio di PML. La prevalenza di anticorpi anti-JCV nella popolazione complessiva SM è risultata del 54,9% (95% intervallo di confidenza [CI], 53,7 – 56,2) e differiva dal 100% di positività agli anticorpi anti-JCV osservata per 54 pazienti affetti da SM che hanno sviluppato la PML e che presentavano uno stato degli anticorpi pre-PML anti-JCV noto. Dato che tutti i 54 pazienti affetti da SM con stato degli anticorpi pre-PML anti-JCV noto sono risultati positivi, per stimare il rischio PML in pazienti negativi agli anticorpi è stata utilizzata un’analisi di sensibilità su un ipotetico paziente affetto da PML, negativo agli anticorpi anti-JCV. Lo status degli anticorpi anti-JCV, combinato con le precedenti terapie immunosoppressive e il trattamento a base di TYSABRI sono stati impiegati per stratificare i pazienti con diversi livelli di rischio di sviluppo della PML. È stata riscontrata una differenza per un fattore pari a circa 120 volte tra i pazienti nei gruppi di rischio livello minimo e massimo. I pazienti negativi agli anticorpi anti-JCV presentano il minimo rischio di sviluppare la PML, con un valore del rischio stimato inferiore a 0,09 casi ogni 1.000 pazienti (95% CI, da 0 a 0,48). Il massimo rischio di PML è stato riscontrato nei pazienti sottoposti a trattamento con TYSABRI per un periodo compreso tra 25 e 48 mesi, sottoposti a precedenti terapie immunosoppressive, e risultati positivi agli anticorpi anti-JCV. L’incidenza di PML in questo gruppo è stata di 11,1 casi ogni 1.000 pazienti (95% CI, da 8,3 a 14,5). Gli autori hanno stabilito che i dati degli studi prospettici sono stati necessari per caratterizzare ulteriormente questi rischi. “Sebbene TYSABRI abbia un’efficacia comprovata, il rischio di PML ha destato preoccupazioni tra i pazienti”, ha dichiarato Ted Yednock, Responsabile della ricerca globale per Elan. “Questa analisi mostra come il modello di stratificazione dei rischi che abbiamo sviluppato con Biogen Idec possa aiutare i medici e i pazienti affetti da SM nel prendere decisioni più informate sul trattamento”. Informazioni sulla stratificazione del rischio Le indicazioni relative al TYSABRI negli USA e il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto nell’UE sono state aggiornate per aggiungere lo status di anticorpo anti-JCV come uno dei fattori di rischio per PML. Oltre alle precedenti terapie immunosoppressive (IS) e alla durata della terapia TYSABRI, lo status di anticorpo anti-JCV è il terzo fattore nel modello di stratificazione del rischio sviluppato da Biogen Idec ed Elan che contribuisce a identificare il rischio di sviluppo di PML per il paziente. I medici possono stabilire lo status degli anticorpi anti-JCV dei loro pazienti affetti da SM utilizzando il test STRATIFY JCV, il primo esame del sangue a essere autorizzato sul mercato per sul rilevamento qualitativo degli anticorpi per il virus JC polyomavirus. Al momento dello svolgimento dell’analisi (29 febbraio 2012), oltre 99.500 pazienti erano stati trattati con TYSABRI ed erano stati registrati 212 casi confermati di PML (2,1 casi ogni 1.000 pazienti). Informazioni su TYSABRI TYSABRI è approvato in più di 65 paesi. Negli Stati Uniti il farmaco è approvato come monoterapia per le forme recidivanti di SM, in genere per quei pazienti nei quali la risposta a terapie alternative per la SM sia risultata inadeguata o che non tollerino tali terapie. Nell’Unione europea TYSABRI è approvato per la sclerosi multipla recidivante-remittente (RRMS) altamente attiva in pazienti adulti che hanno mostrato una risposta inadeguata all’interferone beta o affetti da RRMS grave e in rapida progressione. TYSABRI ha contribuito ai progressi nel trattamento dei pazienti affetti da SM grazie alla sua efficacia scientificamente provata. I dati provenienti dallo studio AFFIRM di Fase 3, pubblicato sul New England Journal of Medicine, hanno mostrato come dopo due anni il trattamento a base di TYSABRI abbia portato a una riduzione relativa del 68% (p