Nuova valanga si abbatte sull‘amministrazione Trump. Questa volta ad alimentare nuovi dubbi sulle relazione tra il presidente Usa e la Russia durante le ultime elezioni presidenziali, ci ha pensato l’ex capo stratega della Casa Bianca, ed anima nera di Donald Trump, Steve Bannon, licenziato lo scorso agosto.
In un libro in uscita nei prossimi giorni, dal titolo “Fire and fury: inside the Trump White House l’ex braccio destro di Trump”, Bannon non ha esitato a definire “sovversivi” gli incontri tra Donald jr e emissari russi a giugno del 2016, aggiungendo che sono state conversazioni “antipatriottiche”, perché cercavano di ottenere informazioni da usare contro la rivale democratica Hillary Clinton
E proprio per il libro i legali del presidente hanno inviato una lettera di diffida a Bannon, per aver violato un presunto accordo di non divulgazione “svelando informazioni confidenziali all’autore Michael Wolff e facendo dichiarazioni denigratorie e in alcuni casi completamente diffamatorie”, secondo quanto scrive il New York Times.
“Bannon non ha niente a che fare con me o con la mia presidenza, quando l’abbiamo licenziato non solo ha perso il lavoro, ha perso anche la testa”, si è scatenato il tycoon attraverso la portavoce Sarah Sanders. Nel libro, in uscita negli Usa la prossima settimana, Wolff si è basato su oltre 200 interviste con lo stesso presidente, il suo entourage e una serie di vip fuori e dentro l’amministrazione.
“Tante falsità”, secondo la Casa Bianca, ma per i lettori sono in arrivo ghiotti pettegolezzi, come quello che Melania avrebbe pianto, “ma non di gioia”, la notte della vittoria del marito.
Nel libro l’ex stratega usa metafore forti e un linguaggio da caserma per descrivere il clima della presidenza Usa, la cui indifferenza al potenziale impatto del Russiagate è paragonabile a quella di “chi sta sulla spiaggia aspettando l’impatto di un uragano di categoria cinque”. L’astio verso la figlia di Trump, Ivanka e il marito Jared Kushner, o come li chiama Bannon, “Jaranka”, è un leit motiv del volume: “Una guerra tra ebrei e non ebrei”, ha detto a Wolff l’ex segretario di Stato Henry Kissinger.