E’ di oltre 90 miliardi di euro il prezzo previsto per la costruzione delle 25 opere prioritarie contenute nel programma delle infrastrutture strategiche. Secondo i dati del decimo Rapporto elaborato dal Servizi studi della Camera dei deputati tale cifra è pari al 30% del programma infrastrutture.
“Questo rapporto” ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, “sottolinea che i lavori sono ripartiti, c’è un aumento del 56% del valore dei bandi. C’è serietà nel servire il sistema economico con opere selezionate e c’è una chiara inversione di tendenza alle vecchie risposte velleitarie”.
Fra le principali opere il capitolo più oneroso riguarda le ferrovie, sei opere per 41,3 miliardi, seguono dieci opere stradali al costo di 28,4 miliardi di euro e otto linee metropolitane per 14,9 miliardi; le opere prioritarie comprendono anche il Mose di Venezia, il cui costo è di 5,5 miliardi di euro. La distribuzione degli investimenti va a spalmarsi soprattutto al Centro Nord: 54,4 miliardi pari al 60,4% dei costi, i restanti 35,6 miliardi, prenderanno la strada del Mezzogiorno.
“Da quando abbiamo importato la nostra strategia parliamo di soldi veri. La revisione progettuale serve a fare progetti cantierabili, fattibili e a costi minori. Si risparmia e per questo questo progetto è così importante”, ha dichiarato Delrio che, successivamente, ha duramente attaccato i critici del novuo codice dei contratti pubblici: “chi si lamenta tenta di riportare indietro l’Italia, ovvero con spese decise senza trasparenza e con forte spreco di soldi. Ogni attacco va quindi respinto”. Anche il presidente dell’autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, aveva espresso un parere analogo meno di una settimana fa: “Le critiche sono anche frutto di scarsa conoscenza di questo codice” il cui “impianto è coraggioso. Una delle possibilità per cui il codice riesca a farcela è come lo accogliamo: se lo accogliamo con la faccia storta, il fallimento è sicuro. Se questo codice fallisce, non ce n’è un altro dietro la porta”.
E’ proprio agli uffici di Cantone e Delrio che l’Unione nazionale italiana dei tecnici degli Enti locali (Unitel) ha inviato la propria lettera per manifestare tutti dubbi sull’attuazione del Nuovo Codice degli Appalti, soprattutto sul ruolo e sui compiti del Responsabile unico del procedimento per l’affidamento di appalti e concessioni. Secondo il vice Presidente dell’Associazione dei costruttori edili, Edoardo Bianchi, invece, il nuovo codice “presenta molte ombre e qualche luce” specialmente in merito alle norme sui subappalti, la cui applicazione sarebbe difficoltosa in alcune aree e per certe lavorazioni.