di Alberto De Franceschi, fiscalista e tributarista
Se è appena passato l’adempimento della fatturazione elettronica ora tocca agli scontrini.
Si prepara, infatti, la dismissione del vecchio scontrino su carta chimica e l’altrettanto vetusta ricevuta fiscale. L’evoluzione telematica sarà in due fasi. Si inizia dal primo luglio per negozi ed esercenti di maggiori dimensioni la cosiddetta GDO (Grande Distribuzione Organizzata). Poi toccherà dal 2020 a tutti gli altri.
Neanche il tempo di metabolizzare ad inizio 2019 l’obbligo di fattura elettronica nelle operazioni tra “privati” (sia B2B che verso consumatori finali), che ora si avvicina un altro ulteriore cambiamento epocale. I corrispettivi percepiti non saranno più “certificati” (ossia documentati) mediante il rilascio di scontrini e ricevute fiscali fisiche su carta, ma attraverso la trasmissione telematica dei dati dei corrispettivi giornalieri effettuata mediante loro memorizzazione elettronica e successivo invio, con contestuale rilascio al cliente di un documento commerciale cosiddetto di cortesia però valido anche a fini fiscali quando integrato con codice fiscale o partita Iva dell’acquirente.
In pratica anche gli scontrini saranno inviati online all’Agenzia delle Entrate. L’avvio della prima fase di questo nuovo obbligo dei corrispettivi telematici scatterà, come anticipato, dal 1° luglio 2019 per i contribuenti con volume d’affari superiore a 400mila euro. Poi a partire dal 1° gennaio 2020, l’obbligo sarà invece esteso a tutti gli altri operatori.
Non bisogna però preoccuparsi perché potrà essere possibile in ragione di appositi decreti ministeriali in corso di predisposizione, una diluizione di avvio graduale dell’obbligatorietà tenuto conto della tipologia di attività esercitata e del livello di connettività web della zona territoriale in cui si opera (ovvero sia nuove proroghe all’orizzonte).