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Nuovi guai per Zuckerberg, “sapeva dei problemi sulla privacy”

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Nuova pesante tegola su Mark Zuckerberg, che torna sotto i riflettori del mercato dopo che il Wall Street Jornal ha rivelato che il numero uno del social network era al corrente delle pratiche dubbie adottate dal gruppo americano in merito alla privacy.

A far trapelare tale possibilità sarebbero alcune email scritte intorno al 2012.  I messaggi di posta elettronica suggerirebbero che Zuckerberg e i suoi non avevano preso seriamente la necessità di rispettare un accordo che avevano raggiunto in questo senso con la Federal Trade Commissione. Al contrario, le email rinvenute sembrerebbero suggerire – riporta il Wall Street Journal – come Zuckerberg e i manager di Facebook non ritenessero prioritario il rispetto del decreto.

In base all’accordo ventennale, Facebook avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione prima di modificare il modo in cui vengono conservate e trasferite ad altre aziende le informazioni personali degli utenti. L‘inchiesta della Ftc verte infatti sul rispetto o meno da parte di Facebook del decreto consensuale del 2012, con il quale il social network si era impegnato a migliorare la sue politiche sulla privacy.

Le nuove indiscrezioni arrivano come una vera e propria doccia fredda per il social media, intento a cercare di stringere rapidamente un patteggiamento con la Ftc, che da oltre un anno indaga su Facebook.

“Abbiamo pienamente cooperato con le indagini della Ftc e fornito decine di migliaia di documenti, email e file. Continuiamo a lavorare con loro e ci auguriamo di arrivare a un’appropriata soluzione” afferma un portavoce del social media commentando i rumors del Wall Street Journal. “Facebook e i suoi manager, incluso Mark, si battono per rispettare sempre tutte le leggi e in nessun momento Mark o un altro dipendente di Facebook ha violato deliberatamente gli obblighi della società nell’ambito del decreto consensuale.

L’indiscrezione del Wall Street Journal ha intanto messo sotto pressione i titoli a Wall Street, dove il social media sono arrivati a perdere oltre il 2% per poi chiudere a -1,7%.