Per mantenere la stabilità economica e cercare di raffreddare la corsa al rialzo dell’inflazione, anche la BCE è stata costretta a rialzare il tasso di riferimento, ora al 3,50% dopo l’ultimo rialzo di 50 punti base dello scorso 16 marzo. L’aumento dei tassi BCE, come la loro diminuzione, ha delle conseguenze dirette anche sui privati, perché influisce sugli interessi dei mutui e dei prestiti.
Bankitalia, nel supplemento Banche e Moneta pubblicato mercoledì 12 aprile 2023, riporta che lo scorso mese di febbraio i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie (Taeg), si sono collocati al 4,12% (3,95% in gennaio). Il Taeg sulle nuove erogazioni di credito al consumo si è collocato al 9,88% (9,79% nel mese precedente). I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 3,55 per cento (3,72% nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 4,39%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 3,04 per cento. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,54 per cento (0,49 nel mese precedente).
Sempre in febbraio i prestiti al settore privato sono cresciuti dell’1,1% su base tendenziale (+1,6% nel mese precedente), quelli alle famiglie hanno segnato un aumento del 2,5% annuo (+3% nel mese precedente) mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti dello 0,5 per cento (nel mese precedente il tasso di variazione sui dodici mesi era risultato nullo), riporta Bankitalia. Nello stesso mese i depositi del settore privato sono diminuiti del 2,4% sui dodici mesi (-1,8% in gennaio) e la raccolta obbligazionaria è aumentata del 3,9% (+0,7% lo scorso gennaio).
Tassi in rialzo e mutui più cari: una stangata per le famiglie
Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, i dati di Bankitalia sui mutui testimoniano che il rialzo dei tassi rappresenta “una stangata: non solo in un solo mese i tassi salgono da 3,95 a 4,12, +0,17 punti percentuali, ma rispetto a febbraio 2022, quando erano a 1,85, decollano di 2,27 punti percentuali. Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi così consistente significa che, la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, aumenta, rispetto a un anno fa, da 585 a 744 euro, con un rincaro pari a 159 euro al mese. Una mazzata annua pari a 1.908 euro“, conclude Dona.
Tasso sui nuovi mutui: nuovo record dal 2012
Tornando ai dati, il tasso sui nuovi mutui registrato a febbraio non si vedeva in Italia dalla metà del 2012. All’epoca il livello aveva superato la soglia del 4% all’inizio dell’anno per poi scendere nel corso dei mesi successivi continuando poi a calare con l’avvio della politica della BCE di tassi a zero. A fine 2021 poi è arrivata la brusca inversione di tendenza.
La conferma dei dati Abi
Il rapporto di Bankitalia conferma nella sostanza quanto emerso un mese fa dai dati Abi (che non considera il Taeg, e dunque sono al netto delle spese accessorie), che a febbraio stimava una risalita dei tassi medi per i nuovi finanziamenti alle imprese al 3,9% (3,72% a gennaio) e del 3,79% alle famiglie per i nuovi mutui casa (3,59% il mese precedente). Si tratta in entrambi i casi dei nuovi massimi dal 2012 (rispettivamente da gennaio e novembre di quell’anno).
Questi dati rendono ancora più fervida l’attesa per la riunione del consiglio direttivo della BCE e la relativa decisione di politica monetaria in programma il prossimo 4 maggio 2023.