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Nvidia: crolla il titolo (-10%). In fumo $ 279 mld di capitalizzazione, record negativo

Continua la correzione del titolo Nvidia. Il colosso americano dei seminconduttori è finito ieri nel mirino delle vendite, perdendo quasi il 10% del suo valore. In termini di capitalizzazione di mercato, sono andati in fumo circa 279 miliardi di dollari, mai nessuna società aveva perso così tanto in un solo giorno. Si tratta di un valore pari all’intera capitalizzazione di Chevron, l’unico titolo energetico nel Dow Jones. Il precedente record negativo era detenuto da Meta, società madre di Facebook, che nel febbraio 2022 aveva subito, in una sola seduta, un calo di valore di 232 miliardi di dollari.

Cosa c’è dietro il crollo di NVIDIA

Dietro le vendite, non solo il pessimismo degli operatori sul settore hi-tech, sul timore di un forte rallentamento dell’economia americana, ma anche la notizia che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha inviato all’azienda tecnologica alcuni mandati di comparizione nell’ambito di un’escalation di indagini antitrust.

A pagarne le conseguenze, il patrimonio netto del numero uno, nonché co-fondatore del gruppo, Huang, il cui patrimonio, nel giro di poche ore, è crollato di circa 10 miliardi di dollari, scendendo a 94,9 miliardi, la più grande flessione giornaliera da quando il Bloomberg Billionaires Index ha iniziato a monitorare la sua ricchezza nel 2016.

Secondo quanto riporta Bloomberg, l’autorità Antitrust americana avrebbe messo sotto esame le pratiche concorrenziali di Nvidia e di altri gruppi tecnologici. In particolare, il dipartimento di Giustizia Usa ha inviato al gigante dell’intelligenza artificiale e ad altri gruppi una richiesta vincolante di informazioni nell’ipotesi che utilizzino pratiche per rendere più difficile il passaggio ad altri fornitori e per penalizzare i clienti che non usano esclusivamente i loro chip. Un portavoce di Nvidia ha commentato l’indiscrezione rispondendo che Nvidia “vince per merito” e che i clienti “possono scegliere la soluzione migliore per loro”.

Seduta negativa per Wall Street

Il crollo di Nvidia va inquadrato all’interno di una seduta decisamente negativa per il mercato azionario americano. E soprattutto per il Nasdaq (577,33 punti -3,26%). Male anche il Dow Jones che ha perso 626,15 punti (-1,51%) e lo S&P 500 che ha ceduto 119,47 punti (-2,12%). Un’altra nota negativa arriva dal settore dei semiconduttori. L’ETF VanEck Semiconductor ha registrato una flessione del 7,5%, la più forte dal marzo 2020.

Pesanti le ripercussioni in Asia. Questa mattina, a Tokyo, l’indice Nikkei ha terminato le contrattazioni in calo del 4,2% a 37.047,61 punti dopo aver chiuso la seduta precedente ai massimi da fine luglio. L’indice Topix ha ceduto il 3,65% a 2.633,49 punti. In risalita lo yen a 145,2 per un dollaro dai 145,74 segnati ieri alla chiusura dei mercati europei.

Anche le Borse europee hanno aperto in rosso. Il Ftse Mib cede lo 0,8%, sotto la soglia dei 34mila punti; segno meno anche per Parigi (-0,7%), Francoforte e Londra (-0,84%), Madrid cede lo 0,7%.

Come spiega Gabriel Debach, market analyst di eToro:

Le similarità con il mese di agosto sono molte: le preoccupazioni riguardanti la crescita e la politica monetaria hanno contribuito a innescare la vendita delle attività rischiose, replicando il comportamento osservato il mese precedente. Come ad agosto, poi, il settore tecnologico è stato tra i più colpiti, con Nvidia che ha guidato il crollo dei produttori di semiconduttori. Il parallelo con agosto non si ferma qui. L’indicatore della paura di Wall Street, il VIX, è schizzato in alto del 38%, superando la soglia dei 20 punti. Anche i rendimenti dei titoli del Tesoro sono scesi, con i trader che tornano a scommettere su un possibile taglio dei tassi da parte della Fed a settembre di 50 punti base. La probabilità di un taglio di 25 punti è infatti calata dal 70% del 30 agosto al 59%.