NEW YORK (WSI) – Il mercato delle obbligazioni ‘verdi’ aveva un valore stimato di 36 miliardi di dollari nel 2014. Nel 2015 tale cifra potrebbe triplicare, secondo le stime dell’associazione Climate Bonds Initiative.
Si è verificato infatti un boom di emissioni “durevoli” in Europa. I green bond offrono la possibilità di investire nelle energie rinnovabili senza rinunciare ai rendimenti.
Lanciate nel 2007 le obbligazioni verdi assomigliano ai bond classici: stessa struttura, stessi rischi limitati e stesse remunerazioni. La differenza è che i soldi reperiti servono ai progetti ambientali.
All’inizio le entità emittenti erano organismi sovranazionali come la Banca mondiale o la Banca europea degli investimenti (BEI), che ridistribuivano il credito ottenuto in progetti di energia verde, spiega a Le Temps Catherine Reichlin, condirettrice della banca Mirabaud.
Con 129 emissioni nel 2014, il profilo degli emittenti è cambiato e si è allargato alle società produttrici di energia. Il risultato è stato che i bond emessi sono triplicati rispetto all’anno prima. L’andamento dovrebbe continuare anche nell’anno in corso.
Da maggio 2014, la francese GDF-Suez è l’emittente più grande (2,5 miliardi di euro). L’obiettivo è creare dei cambi di pale eloiche e centrali idroelettriche.
Anche i gruppi statali si sono lanciati nel mercato dei bond verdi. La regione Ile-de-France ha rastrellato 350 milioni di euro, più dei 200 milioni attesi, in meno di una mezz’ora. La somma servirà a finanziare dei licei a impatto zero, dei progetti in geotermia, trasporti pubblici, biodiversità, economia solidare e alloggi sociali.
Grazie a 250 milioni di sterline raccolte in marzo, il gruppo britannico Unilever vuole ridurre le emissioni di gas serra e lo spreco di acqua nelle sue fabbriche.
Da parte sua Unibail-Rodamco è riuscita a reperire sul mercato 1,5 miliardi di corone svedesi (158 milioni di euro al cambio attuale) per la costruzione di appartamenti ‘verdi’.
Si tratta di un mercato molto europeo”: su una somma complessiva di 245 emissioni in circolazione, solo 9 sono originarie degli Stati Uniti e zero della Svizzera.
Fonte: Le Temps
(DaC)