New York – Le previsioni dell’Ocse non fanno pensare a nulla di buono per l’Eurozona. L’ente ha rivisto al ribasso, rispetto a sei mesi fa, le previsioni economiche sulla maggior parte dei paesi avanzati, parlando di una ripresa “esitante e diseguale” nei prossimi due anni.
Presentando l’ultima edizione dell’Economic Outlook a Parigi, il segretario generale Angel Gurria ha ribadito che la crisi sui debiti costituisce il maggior fattore di rischio sulla ripresa mondiale, ma anche il “fiscal cliff” negli Usa ha un potenziale negativo.
Persino la Germania, motore dell’economia europea, subira’ una brusca frenata tra quest’anno e il 2013. Nel suo World economic outlook, l’organizzazione ha tagliato la crescita tedesca allo 0,6% dal +2% stimato in maggio. Il Pil dell’area euro sara’ del +1,4% nel 2012, mentre il tasso di
disoccupazione salira’ al 12%.
L’Ocse avverte poi l’Italia, che nonostante quanto dica il premier Mario Monti, potrebbe aver bisogno di “misure supplementari” sui conti pubblici per centrare i suoi obiettivi di risanamento, mentre ha consistentemente rivisto in peggio le sue previsioni su deficit e debito.
“Gli interventi sulla produttivita’ sono impressionanti, ma vanno costantemente implementati se si vogliono produrre risultati”, si legge nel report. Per questo motivo un inasprimento fiscale e’ auspicabile anche nel 2014 per risanare i conti. Sull’allarme e’ interventuo il ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che ha voluto rassicurare gli italiani, dicendo che non ci sara’ “nessuna nuova manovra”.
Ora sul 2012 l’ente parigino si attende un deficit-Pil italiano al 3%, a fronte dell’1,7% previsto sei mesi fa e del 2,6% stimato dal governo, mentre sul 2013 è atteso un 2,9% e sul 2014 una risalita al 3,4%, di nuovo al di sopra della soglia Maastricht. Sul debito pubblico è previsto un continuo ampliamento, al 127% del Pil quest’anno, dal 119,8% del 2011, e poi al 129,6% nel 2013 e al 131,4% nel 2014.
Le previsioni sul Pil del nostro paese sono del -2,2% (da -2,4%) per quest’anno, del -1% l’anno prossimo e del +0,6% quello successivo. Quanto al tasso di disoccupazione, sara’ del 10,6% quest’anno e salira’ all’11,4% nel 2013 e fino all’11,8% nel 2014.
A pesare sulla crescita e’ il peggior calo dei consumi dalla Seconda Guerra Mondiale.
In ambito di politica monetaria, l’organizzazione e’ convinta che la congiuntura difficile spingera’ Mario Draghi ad abbassare ancora il costo del denaro. La riduzione dei tassi sara’ di 25 punti base, a dicembre.
La Federal Reserve e la Banca del Giappone non agiranno, ma quest’ultima dovrebbe aumentare le misure straordinarie di allentamento monetario, i cosidetti programmi di Quantitative Easing, almeno fino a quando l’inflazione non si stabilizzera’ fermamente all’1%.
Sempre secondo le stime dell’Ocse, le banche dell’area euro hanno bisogno di 400 miliardi di euro di capitali freschi.