Fed e Bank of England dovrebbero continuare ad aumentare i tassi di interesse per domare l’inflazione attualmente sopra i loro target del 2% nel medio termine. L’ha dichiarato l‘Ocse nel suo report sulle prospettive dell’economia globale. L’inflazione negli Stati Uniti attualmente al 6% su base annuale secondo i dati del Dipartimento del lavoro Usa, mentre nel mese di febbraio ha registrato una crescita dello 0,6% rispetto al mese precedente.
L’organizzazione sottolinea come le preoccupazioni sull’inflazione persistano nonostante le aspettative del mercato secondo cui le crescenti tensioni relative al settore bancario potrebbero indurre la Fed a rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi di interesse.
Nel suo report sulle prospettive dell’economia globale per il 2023, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha alzato le previsioni di crescita per la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina poco più di un anno fa, ma ha affermato che l’inflazione rimane troppo alta.
Fed, avanti con i rialzi dei tassi
L’erosione della fiducia in parte dei sistemi bancari statunitensi e europei dopo il crollo della Silicon Valley Bank sta complicando gli sforzi della Fed messi alla luce per frenare l’inflazione. Perché il rialzo dei tassi di interesse stanno esacerbando le difficoltà di alcune banche, soprattutto le regionali. Negli ultimi giorni, queste difficoltà hanno portato gli investitori a credere che le banche centrali potrebbero rallentare o sospendere i loro aumenti dei tassi.
Il capo economista dell’Ocse, Álvaro Pereira ha messo in guardia contro una tale pausa, affermando che le banche centrali dovrebbero rimanere concentrate sul riportare l’inflazione ai loro obiettivi, nonostante le preoccupazioni per la forza del sistema finanziario globale.
“Crediamo che, sapendo quello che sappiamo oggi, la priorità debba essere la lotta all’inflazione”, ha detto in un’intervista. “Questo non è il 2008. Non vediamo rischi sistemici in questa fase.”
L’ente di ricerca ha affermato che la Fed dovrebbe aumentare i tassi di riferimento in un intervallo compreso tra il 5,25% e il 5,5%, dall’attuale range tra il 4,5% e il 4,75%.
Proprio la Banca centrale europea ha sfidato le aspettative del mercato e ha alzato i tassi di riferimento di 50 punti base, portando così quello principale al 3% dal 2,5%, come aveva segnalato in precedenza. Tuttavia, discostandosi dalla pratica recente, non ha delineato i suoi piani per il suo prossimo incontro. “È stata la decisione giusta”, ha detto Pereira della mossa della Bce.
Le preoccupazioni della Bce relative all’inflazione saranno probabilmente rafforzate dai dati diffusi oggi dall’Eurostat, che hanno mostrato una crescita dei salari del 5,1% nell’ultimo trimestre del 2022 rispetto al 3% nei tre mesi fino a settembre. I banchieri centrali temono che le imprese aumenteranno i loro prezzi per coprire il costo di una retribuzione più alta e che a sua volta porterà a richieste di salari più alti.
La prossima settimana la Fed e la Bank of England terranno le loro riunioni di politica monetaria dove dovranno decidere come bilanciare i rischi per il sistema finanziario e la minaccia di un’inflazione ancora elevata. E secondo l’Ocse entrambe le banche centrali dovrebbero continuare con i rialzi dei tassi.
L’Ocse alza le stime di crescita mondiale
Secondo il report sulle prospettive economiche dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico presentate a Parigi il Pil dell’Italia, dovrebbe crescere dal 3,8% del 2022, allo 0,6% del 2023, all’1% del 2024 e l’inflazione dall’8,7% del 2022, al 6,7% del 2023, al 2,5% del 2024.
Nell’Eurozona, l’inflazione globale dovrebbe scendere dall’8,4% del 2022, al 6,2% del 2023 al 3% del 2024.
Mentre per quanto concerne la crescita del Pil mondiale, secondo le previsioni, dovrebbe scendere dal 3,2% del 2022, al 2,6% del 2023, al 2,9% del 2024.