Il livello attuale del reddito di cittadinanza è elevato rispetto ai redditi mediani italiani e relativamente a strumenti simili negli altri paesi Ocse e la sua messa in opera dovrà essere monitorata attentamente per assicurare che i beneficiari siano accompagnati verso adeguate opportunità di lavoro. Così si legge nell Employment Outlook 2019 dell’OCSE pubblicato oggi.
L’istituto con sede a Parigi plaude all’Italia per aver ampliato significativamente gli strumenti di sostegno al reddito per le persone a rischio povertà nel 2018 e nel 2019 ma assicurare adeguati strumenti di protezione per i lavoratori autonomi rimane una sfida aperta, dice l’OCSE. Il problema della misura fortemente voluta dai Cinque Stelle è la formazione continua.
Il giudizio è positivo sull’idea del reddito, ma sul livello e sui dettagli, che sono quelli che contano, ci sono molte cosa da rivedere.
Così su La Stampa Andrea Garnero, economista del dipartimento Lavoro dell’Ocse che rivela tutte le criticità del reddito di cittadinanza.
Sfavorisce le famiglie rispetto ai single, mentre dovrebbe essere il contrario. “Si è partiti dalla cifra per i single e poi il budget disponibile è stato diviso tra gli altri.
Ma è sul post erogazione del sussidio che si accendono i riflettori visto che, sottolinea l’OCSE nel suo rapporto, per aiutare i lavoratori più vulnerabili a destreggiarsi in un mercato del lavoro in rapido cambiamento è’ fondamentale la formazione permanente, ma il sistema italiano “non è’ attrezzato per le sfide future”. Solo il 20,1% degli adulti in Italia ha partecipato a programmi di formazione professionale nell’anno precedente la rilevazione. Inoltre, solo il 60% delle imprese (con almeno 10 dipendenti) offre formazione continua ai propri dipendenti, contro una media europea Ocse del 75,2%.
Ci sono gap importanti rispetto alla media Ocse, anche se sono stati fatti passi avanti positivi, come nel contratto dei metalmeccanici (…) l’unica garanzia per un lavoratore di restare sempre in piedi sul mercato, perché rende più facile trovare un nuovo lavoro anche se l’impresa chiude.