ROMA (WSI) – Un nuovo punto minimo dall’inizio della crisi. Così Confindustria ha definito il record negativo toccato dall’occupazione quest’anno, rispetto al 2007. La salute del mercato del lavoro italiano langue: quella calcolata sulle unità di lavoro equivalenti a tempo pieno ha mostrato una comprssione di 1 milione e 805 mila posti rispetto a sei
Le stime del Centro Studi di Confindustria tratteggiano un quadro deprimente per il settore occupazionale, evidenziando che nonostante l’economia italiana sia “arrivata al punto di svolta, la domanda di lavoro ricomincerà a crescere solo dalla primavera del 2014”.
“Io credo che anche per l’Italia, la tendenza in realtà si sta per invertire, lo si vede guardando i dati controluce: noi prevediamo una crescita positiva a partire dalla fine del 2013-inizio 2014, e il 2014 dovrebbe finalmente vedere una crescita positiva”. A dirlo è stato Pier Carlo Padoan, capo economista dell’Ocse intervistato dal Gr1.
“La crisi ci ha insegnato, tra le tante cose – ha aggiunto – che i mercati soffrono l’instabilità politica, chiedono alla politica indicazioni chiare, soprattutto di lungo termine, e i mercati, nel caso dell’Italia, si chiedono quando queste indicazioni avverranno. D’altronde l’instabilità’ politica si traduce in uno spread più alto e, quindi in un costo più alto del debito”.
“Non credo però che arriveremo a picchi altissimi dello spread, le decisioni dell’anno scorso della Banca Centrale Europea hanno tolto di mezzo, come si dice, ‘il rischio sistemico’, quindi rimangono i rischi specifici dei singoli paesi, e la necessità di aggredirli, aggredendo anche le cause strutturali della bassa crescita, problema questo che l’Italia purtoppo si porta appresso da molti anni”.
Secondo il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, “in questo momento di ripresa economica fragile, il rischio più grande che vedo è politico, è la mancanza di stabilità, di perseveranza, di coerenza”, da parte dei responsabili politici europei.
Barroso lo ha detto oggi a Strasburgo durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione davanti all’Europarlamento. Barroso ha passato in rassegna i segnali positivi dell’ultimo trimestri in quasi tutti i paesi colpiti più duramente dalla crisi, salvo che in Italia, dove il Pil resta di segno negativo.
(TMNews)