Il Pd è defunto e da più parti si lanciano appelli al rinnovo del partito. Ma quale uomo alla guida? Se Renzi sa di non aver ei numeri per creare un suo partito alla Macron, l’uomo nuovo che negli ultimi mesi ha fatto sentire la sua voce è senza dubbio Carlo Calenda.
L’ex ministro dello Sviluppo economico si rende così fautore della nascita del Fronte Repubblicano, una grande lista civica nazionale che – come ha sottolineato lo stesso Calenda – possa mobilitare il Paese nel profondo, cosa che il Pd non riesce più a fare perché impegnato in una diatriba interna che non interessa a nessuno.
Oggi arriva il manifesto del Fronte Repubblicano, a riprova che l’ex ministro del governo Renzi prima e Gentiloni poi si sta muovendo davvero. Nel manifesto si fa riferimento al Fronte come un’alleanza repubblicana che vada oltre gli attuali partiti e aggreghi i mondi della rappresentanza economica, sociale, della cultura, del terzo settore, delle professioni, dell’impegno civile. A
“Abbiamo bisogno di offrire uno strumento di mobilitazione ai cittadini che non sia solo una somma di partiti malandati e che abbia un programma che non si esaurisca, nel pur fondamentale obiettivo di salvare la Repubblica dal sovranismo anarcoide di Lega e M5s”.
Inoltre vengono elencate le priorità di questo programma.
“Tenere in sicurezza l’Italia. Sotto il profilo economico e finanziario: occorre chiarire una volta per tutte che ogni riferimento all’uscita dell’Italia dall’euro ci avvicina al default (…) Proteggere gli sconfitti. Rafforzando gli strumenti come il reddito di inclusione, nuovi ammortizzatori sociali (…) Investire nelle trasformazioni (…) Piano shock contro analfabetismo funzionale (…)
Su tutto domina il pensiero che l’Italia rimarrà in Europa.
“Promuovere l’interesse nazionale in UE e nel mondo. Riconoscendo che non esistono le condizioni storiche oggi per superare l’idea di nazione. Al contrario abbiamo bisogno di un forte senso della patria per stare nel mondo e in UE”.