NEW YORK (WSI) -Ebola avanza più velocemente degli sforzi per controllarlo”. L’allarme è stato lanciato dalla direttrice dell’Organizzazione mondiale della sanità. Margareth Chan ha messo in guardia contro le “conseguenze catastrofiche” della diffusione del virus e del rischio di propagazione ad altri Paesi sottolineando che le forze ‘schierate’ in campo a livello di singoli Paesi e internazionale sono “tristemente inadeguate”. Le dichiarazioni della direttrice dell’Oms sono state fatte nel corso di un summit regionale sull’epidemia a Conakry (Guinea).
“Questo incontro – ha aggiunto – segna una svolta nella lotta contro l’epidemia”.
57 morti in 4 giorni
Piano 100 mln $ per bloccare contagio. Usa, controlli aeroporti
Ebola fa sempre più paura. L’Organizzazione Mondiale della Sanità lancia l’allarme e denuncia un pericoloso crescendo nella diffusione del virus che, anche se difficilmente uscirà dai confini dell’Africa occidentale, potrebbe divenire incontrollabile. Dall’inizio dell’epidemia, lo scorso dicembre, in Africa occidentale ci sono stati 1323 casi e 726 morti, dei quali 57 negli ultimi quattro giorni. L’Oms certifica anche il primo caso in Nigeria, che diventa così il quarto paese colpito dalla malattia dopo Sierra Leone, Liberia e Guinea.
I dati, sottolinea l’Oms in una nota, sono aggiornati al 27 luglio. “Tra il 23 e il 27 luglio – si legge – si è avuto un aumento dell’8,5% dei decessi e del 10% dei casi”. La Guinea, da cui è partita l’epidemia, conta 460 casi e 339 morti, la Liberia – dove sono state chiuse le scuole – 329 casi e 156 morti e la Sierra Leone 533 casi e 233 morti. E proprio dalla Guinea, domani, parte un piano da 100 milioni di dollari per bloccare il contagio. Ne discuteranno i presidenti dei Paesi africani colpiti insieme al direttore generale dell’Oms Margaret Chan, perché – ha spiegato – il livello dell’epidemia e “la persistente minaccia che pone” richiede “una risposta ad un nuovo livello”.
Situazione ad altissimo rischio, dunque. Ma che non dovrebbe allargarsi fuori dalla regione. A rassicurare è Peter Piot, il virologo belga fra gli scopritori del virus, secondo il quale anche se qualche persona infetta volasse in Europa, negli Stati Uniti o in altre parti dell’Africa difficilmente potrebbe causare un ampio contagio perché l’infezione si trasmette solo con una “contatto molto ravvicinato”. Ma servono comunque precauzioni, e anche molto serie. L’Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile (Icao) fa sapere che potrebbe rivedere le procedure di ispezione dei passeggeri e che, proprio per questo, sta lavorando con l’Oms e la Iata, l’associazione del trasporto aereo internazionale. Diverse compagnie aeree, sottolinea un comunicato dell’Icao, hanno già interrotto i voli per i paesi interessati soprattutto dopo che un passeggero liberiano diretto in Nigeria ha manifestato i sintomi appena atterrato a Lagos. Per l’Italia non c’è “nessun rischio” Ebola, afferma il ministero della Salute in una nota, che sottolinea come “il nostro Paese è attrezzato per valutare e individuare ogni eventuale rischio di importazione della malattia”.
Mentre è scontro in Gran Bretagna dopo che il segretario generale del sindacato per i dipendenti del servizio immigrazione, Lucy Moreton, ha dichiarato alla Bbc che le dogane del Regno Unito non sono pronte per fronteggiare un’emergenza sanitaria causata dal virus. La Francia invece “ha i mezzi per far fronte al virus Ebola”, assicura la ministra francese della Salute. Negli Usa infine si è deciso di aumentare i controlli al Jfk e in altri aeroporti con scali internazionali, nel timore di un’epidemia globale dell’ebola. I pazienti con eventuali sintomi del virus verranno subito messi in quarantena. (ansa)