Tutti ricordano perfettamente che Mario Draghi, nel luglio 2012, pronunciò il famoso “whatever it takes”. Fu un’espressione che convinse gli investitori del fatto che sarebbe stato velleitario speculare sulla rottura dell’area euro. La Bce avrebbe fatto qualsiasi cosa fosse necessario per salvarlo; “e credetemi, sarà abbastanza”, aveva aggiunto Draghi.
Solo una minoranza dei non addetti ai lavori ricorda, però, quale fu la misura concretamente preannunciata da Draghi con quello storico discorso. Le Outright monetary transactions (Omt), questo il nome dell’ “arma finale” creata durante quella drammatica crisi di fiducia, non sono mai state utilizzate in oltre sette anni. Ma restano nell’arsenale della Bce.
In cosa si distinguono dal Quantitative easing? Per un aspetto fondamentale: non si tratta di un piano di acquisti di titoli allargato a tutti i Paesi membri dell’Eurozona (secondo le proporzioni predefinite dalla capital key), ma è un sostegno mirato cui un singolo Stato può accedere, facendo richiesta.
Da quando l’Italia è entrata nel pieno dell’emergenza coronavirus le Omt sono tornate d’attualità nel dibattito fra gli osservatori economici: la Bce sarebbe pronta ad usarle se l’Italia dovesse avere disperatamente bisogno di maggiori risorse finanziarie per far fronte alla crisi prodotta dalla pandemia? Finora l’Italia non ha invocato l’utilizzo di questo strumento, preferendo sollecitare gli altri governi sulla creazione di un debito comune europeo che consenta ai Paesi ad alto debito di finanziare le spese emergenziali a tassi più vantaggiosi, i cosiddetti coronabond (cosa sono).
Questa linea, alla luce delle condizioni che accompagnerebbero l’eventuale attivazione delle Omt, è pienamente comprensibile. Vediamo perché esplorando i tratti salienti di questo programma.
Omt, in cosa consiste il programma
Le Omt sono un piano di acquisti di titoli sul mercato secondario, in particolare titoli di stato, che la Bce può destinare a Paesi membri dell’Eurozona che si trovino nell’ambito di un piano di “aggiustamento macroeconomico”. Va chiarito immediatamente, pertanto, che le Omt sono nate per far fronte a crisi di fiducia dei mercati nei riguardi di un singolo Paese, schiacciato dal peso dei suoi squilibri.
D’altronde, il contesto in cui le Omt sono state messe a punto era proprio quello della crisi del 2011-12, nota come crisi dell’euro o del debito sovrano. Anche se lo scenario attuale è diverso rispetto ad allora, non si può escludere che, a un certo punto, possa crescere nuovamente la sfiducia sulla sostenibilità del debito italiano; fatto che potrebbe provocare una crescita insostenibile dei tassi d’interesse.
I titoli che sarebbero acquistati nell’ambito programma si focalizzerebbero nel debito a breve scadenza, nell’arco compreso degli 1-3 anni. Soprattutto, “non esistono limiti quantitativi predefiniti sulla dimensione delle Omt”: gli acquisti possono essere potenzialmente illimitati. Questo impegno privo di limitazioni è rivolto proprio a scoraggiare eventuali scommesse speculative. Infine, va chiarito su questo punto che gli acquisti di titoli legati alle Omt sono pienamente sterilizzati: significa che l’intervento viene compensato nel bilancio Bce in modo tale da non creare nuova base monetaria. Detta in modo più semplice, le Omt non creano nuova moneta, a differenza del Qe.
Omt: a quali condizioni?
Le condizioni cui verrebbe sottoposto il Paese che faccia richiesta del programma Omt spiegano, in buona parte, perché questo strumento probabilmente resterà un’extrema ratio. “Una stretta ed efficace condizionalità allegata a un programma del Meccanicmo europeo di stabilità (Mes) è una condizione necessaria per le Outright monetary transactions”, spiega a chiare lettere il comunicato della Bce datato settembre 2012. Il governo che richieda le Omt, dunque, dovrebbe concordare con il Mes (cos’è) un piano di rientro dai suoi squilibri che, di fatto, ne ridurrebbero la libertà di scelta.
E’ importante sottolineare che non esistono paletti predefiniti: il programma di rientro viene valutato caso per caso. Se in quello della Grecia il piano si è rivelato assai severo, non è detto che, nel contesto di una crisi dovuta a un’epidemia (della quale i governi non sono responsabili) le condizioni possano essere più morbide. Resta, però, un fatto: un accordo con gli altri Paesi dell’Eurozona, i quali siedono nel board del Mes, andrebbe trovato. Nel caso in cui le condizioni non venissero rispettate il Consiglio direttivo della Bce si assumerebbe la responsabilità di chiudere il sostegno, cessando gli acquisti di titoli previsti nel programma Omt.
Sia le Omt sia gli eurobond (o coronabond) avrebbero il risultato di ridurre i costi di finanziamento per le spese emergenziali, in particolare per un Paese ad alto debito come l’Italia.
Nel caso delle Omt, tuttavia, il sostegno sarebbe vincolato e revocabile sulla base delle linee guida concordate sulla politica economica, le quali potrebbero essere in forte contrasto con la volontà del governo nazionale.
Nel caso degli eurobond, al contrario, verrebbe creato un debito garantito da tutti Paesi europei che, inevitabilmente, regalerebbe un “pasto gratis” ai Paesi più indebitati che beneficerebbero, congiuntamente, della solidità dei bilanci pubblici dei Paesi più “virtuosi”, come la Germania e l’Olanda.