Emergono i primi dettagli sull’attacco hacker che ha colpito il Gse (Gestore dei Servizi Energetici) nazionale nella notte tra il 28 e il 29 agosto scorso. Secondo quanto si apprende, l’offensiva informatica sarebbe di origine russa e sarebbe stata compiuta attraverso ransomware, ovvero un tipo di virus che blocca i dati della macchina colpita finché l’utente non paga un riscatto.
La società ha spiegato di “non escludere che il grave attacco subito possa aver coinvolto dati personali e particolari nella titolarità del Gse a qualsivoglia titolo”. Di certo c’è che i sistemi informativi del gruppo sono stati colpiti da “un ransomware di nuovissima generazione“.
L’evento è particolarmente rilevante perché è proprio il Gse che si sta occupando di acquistare il gas naturale sul mercato per riempire gli stoccaggi italiani prima dell’inverno. A essere colpiti sono stati la rete, il client, l’infrastruttura degli applicativi, il server dei file e i sistemi di posta elettronica.
L’attacco è giunto proprio mentre il Gse attende che un decreto attuativo lo abiliti a alla compravendita di energia a medio termine, che sarebbe poi ceduta a prezzi calmierati alle imprese energivore.
Anche Eni nel mirino degli hacker
Ma quello di Gse non è un caso isolato: nei giorni scorsi, nel mirino degli hacker sarebbe finita anche Eni, i cui sistemi di protezione interni hanno rilevato un numero elevato di “accessi non autorizzati alla rete aziendale” effettuati da parte di gruppi di hacker. Da quanto si apprende, dietro gli attacchi Eni, come per Gse, ci sarebbero bande di cybercriminali, russofoni. Più lievi le conseguenze per il gruppo del cane a sei zampe: in questo caso gli accessi abusivi nelle infrastrutture informatiche dell’azienda sono stati scoperti in tempi più brevi, consentendo di blindare il sistema ed evitare danni più gravi.
Governo corre ai ripari: aumentare livello protezione
Con la guerra in Ucraina che continua, le tensioni sui prezzi dell’energia alle stelle e la postura aggressiva di Mosca nei confronti dell’Occidente, l’attenzione di Governo ed intelligence sul dossier cybersecurity resta dunque alta. Da qui la stretta lanciata dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, che ha fatto partire raccomandazioni tecniche “per l’innalzamento dei livelli di protezione delle infrastrutture digitali degli operatori energetici, adeguandole costantemente alle più recenti informazioni sulla minaccia”.
Rifornimenti gas, Franco: indipendenza da Mosca entro il 2024
Sul fronte dei rifornimenti del gas dalla Russia, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso del Forum Ambrosetti a Cernobbio, ha confermato:
“Quest’anno abbiamo cercato di accelerare mirando a ottenere l’indipendenza dal gas russo entro il 2024, ma in realtà stiamo correndo per fare se possibile anche prima”.
Intanto, spiega Franco, “c’è un dibattito sul funzionamento del mercato europeo dell’energia. Più in generale sul ruolo del prezzo marginale nel mercato dell’energia. È evidente che stiamo trasferendo all’estero una parte del nostro potere di acquisto. Se si guarda alla bolletta energetica del Paese, cioè quanto costano le importazioni nette di energia, vediamo che nel 2021 era di 43 miliardi e nel 2022 potrebbe salire a 100 miliardi. Un aumento di 60 miliardi significa circa 3 punti di Pil e vuol dire un deflusso di risorse dall’Italia verso l’estero“.
Sempre sul tema energetico, Franco ha precisato che “la possibilità di fiscalizzare l’aumento del costo dell’energia trova dei limiti nel nostro bilancio pubblico con il debito molto elevato e i tassi d’interesse tendenzialmente crescenti”. Ha quindi confermato che il governo interverrà con un decreto la prossima settimana ma che “inseguire” l’aumento dei prezzi non basta più. “Il punto importante è ridurre il prezzo“, ha concluso.