Opinioni

Obbligazioni, nel 2025 venti favorevoli per i titoli finanziari

All’inizio del 2024, i finanziari sono stati una delle operazioni a maggiore convinzione che abbiamo avuto. Pensando all’esposizione in tutte le strategie, quella ai titoli finanziari è rimasta uno dei nostri principali sovrappesi. Nei portafogli di credito multi-asset, dove abbiamo la massima discrezionalitĂ , è arrivata a rappresentare tra il 20 e il 30% dei portafogli.

Germania, un’economia in stallo

Nel migliore dei casi, si prevede che la crescita economica tedesca sia piatta nel 2024; le previsioni economiche attuali del consensus mostrano un aumento dello 0,6% nel 2025. Nonostante sia un miglioramento, resta deludentemente debole. Di recente la Bundesbank ha rivisto le sue previsioni drasticamente al ribasso, con un’attesa di crescita per il 2025 pari ora allo 0,2% (rispetto alle precedenti stime di 1,1%). Purtroppo, non siamo più ottimisti della Bundesbank.

Finanza e mercati: come si chiude l’anno

La fine del 2024 è vicina. Nell’ultima settimana prima di fine anno, le banche centrali saranno sotto i riflettori con la Fed, la BoJ e la BoE tra le principali che si incontreranno nei prossimi giorni per fissare i tassi di riferimento per il 2025. Anche i dati economici e le stime sull’inflazione saranno sul radar degli investitori poiché gli indici PMI flash per le principali economie in tutto il mondo sono attesi oggi.

I quattro fattori a cui guardare nel 2025: Trump, inflazione, produttivitĂ  e debito

L’economia globale ha evitato la recessione per il secondo anno consecutivo. L’inflazione ha iniziato a rallentare e le principali banche centrali hanno avviato un nuovo ciclo di tagli dei tassi di interesse. Tuttavia, il rischio geopolitico è aumentato sullo sfondo di un calendario elettorale particolarmente intenso in tutto il mondo.

Azioni: le opportunitĂ  sui mercati emergenti nel 2025

Il 2024 è stato un anno piuttosto buono per le azioni dei mercati emergenti. Molti paesi hanno registrato rendimenti positivi, in alcuni casi con una forte performance. Taiwan, per esempio, ha beneficiato della corsa dei titoli tecnologici del paese, che hanno registrato un buon andamento sulla scia dei titoli dell’intelligenza artificiale.

Il 2025 sarà un anno “Trump-dipendente”

Alla chiusura di questo complesso 2024, si può osservare come il contesto macroeconomico si sia mantenuto comunque positivo per i mercati occidentali, seppur con profonde differenze. Da un lato, gli Stati Uniti stanno ancora contribuendo in maniera determinante alla crescita globale, mentre l’Eurozona registra sì una modesta ripresa, ma con grandi disparità tra Stati membri e settori.

Mercati, le previsioni sull’azionario nel 2025

L’indice S&P 500 è in rialzo del 25% in dollari USA da inizio anno e l’indice MSCI All-Country World è salito del 18% (rendimento totale, alla chiusura del 20 novembre 2024, fonte: FactSet). Si tratta di rendimenti spettacolari, soprattutto in un anno che è stato oscurato dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente e da altre turbolenze politiche. Vediamo le previsioni per l’anno che verrĂ .

BCE, il taglio dei tassi proseguirĂ  fino ad aprile 2025

La BCE taglierà quasi certamente i tassi per la terza volta consecutiva nel corso della riunione di giovedì.  Seguiremo gli aggiornamenti sulle previsioni di inflazione e crescita della BCE, che potrebbero essere riviste al ribasso.

Mercati, tra l’ottimismo americano e le incertezze europee

Le due economie principali dell’Eurozona sprofondano in crisi ogni giorno di piĂą. La situazione politica resta altamente complessa su entrambe le rive del Reno. Le due economie principali dell’Eurozona sprofondano in crisi ogni giorno di piĂą. La situazione politica resta altamente complessa su entrambe le rive del Reno. Leggi l’analisi dell’esperto.

Quattro driver di m&a nel settore bancario secondo Edmond de Rothschild AM

Unicredit guarda a BPM da tempo. Ricordiamo che all’inizio del 2022 le discussioni tra le due banche sono trapelate sulla stampa e la guerra in Ucraina ha chiuso il discorso. Attualmente in Italia esiste un forte divario di quote di sul mercato nazionale tra Intesa (circa il 24% dei prestiti) e Unicredit (circa il 12%).