La significativa positività di inizio trimestre ha incontrato un naturale ridimensionamento in novembre, mese in cui, tuttavia, sono state ampiamente confermate le solide impostazioni di fondo sui principali mercati azionari, scossi solo in parte dalle recenti e tragiche tensioni di carattere geopolitico.
Il saldo di performance (MSCI World LC AC: +0.16% MTD e +1.51% YTD) cela in sé molte informazioni: le borse sono giunte ad una fase più matura del ciclo di crescita con i recenti segnali di recupero che parlano di mercati capaci di reagire agli imprevisti ma che devono ancora dimostrare la capacità di sostenere un ciclo rialzista solido e duraturo.
Il contesto rimane caratterizzato da elementi contrastanti con i dati macro, estesi a livello globale, che alternano indicazioni costruttive con altre decisamente più deludenti, tutti elementi che contribuiscono ad alimentare una certa confusione.
In questo quadro un punto fisso rimane il percorso delle Banche Centrali di Giappone ed Euro profondamente determinate a sostenere il ciclo economico con una politica monetaria espansiva a fronte di livelli di inflazione strutturalmente bassi, ma con effetti già ampiamente incorporati in particolare nelle quotazioni degli strumenti obbligazionari.
Giungono invece dal fronte Usa le principali incertezze, non tanto sul probabile incremento dei tassi, ormai dato di fatto, quanto dalla dinamica dello stesso e dalla reazione degli operatori di fronte ad uno scenario strutturale “nuovo”.
Mentre su questi temi si concentrano le incertezze e le attese della maggior parte degli operatori finanziari, sulle azioni ha continuato a prevalere la positività . Guidano le performance i mercati azionari Euro (+2.58% Eurostoxx50) trainati in particolare dalla Germania (Dax +4.90%) ed accompagnati dal Giappone (+1.42%). Bene in Usa il mercato tecnologico (Nasdaq +1.09%) mentre fatica di più l’indice generale (S&P500 +0.05%) a ridosso dei suoi massimi storici.
Rimane più critica la situazione sui Paesi Emergenti (-3.96% l’indice generale nel mese) penalizzati anche da un dollaro in rafforzamento. Poche le tematiche settoriali dove emergono in particolare le difficoltà di Energy, Materials ed Utilities con gli altri comparti invece allineati in termini di performance.
Anche nel mese di novembre gli investimenti obbligazionari hanno continuato a mostrare due facce, allineate con i dettami delle Banche Centrali. I Bond Governativi Euro hanno guadagnato ancora (+0.72% Italia, +0.11% Germania) mentre sul fronte Usa i risultati sono stati negativi (-0.40%).
Lo stesso quadro si è riproposto sulle obbligazioni societarie con i corporate del vecchio continente decisamente in crescita. Chiudono invece il mese negativamente gli investimenti obbligazionari dei paesi emergenti. Ultima nota sullo spread BTP-Bund, ormai ampiamente sotto quota 95 a delineare un clima chiaramente più disteso all’interno dell’area Euro.
Sul lato valutario appare deciso ed in evoluzione il ribasso della valuta Euro. La spinta della BCE ad avere una valuta debole sta portando i suoi effetti con un rapporto Eur/Usd a quota 1.056 (-4.01% nel mese) accompagnato da significative discese anche per Eur/Yen e Eur/Gbp. Infine il mercato delle Commodities in seria difficoltà dove alla continua discesa del prezzo del Petrolio (-10,08%) si affianca la debolezza dell’Oro (-6.78%) con uno scenario di fondo incrinato ed una incertezza che caratterizzerà anche i mesi entranti.
A dicembre alleggerire componente azionaria
Il contesto finanziario si avvia a chiudere l’anno in un clima positivo, seppur di fronte a molteplici variabili che rendono complessa per gli investitori l’interpretazione degli scenari futuri. Effettuare alleggerimenti tattici sia sul fronte azionario che obbligazionario, in questo frangente, permette di stabilizzare i risultati ed offre disponibilità immediate per un riposizionamento strategico contestuale
con l’inizio dell’anno nuovo.
Per il mese di dicembre viene ridotto il peso della componente azionaria complessiva per una minore esposizione al rischio.
A livello di allocazione gli equilibri qualitativi cambiano solo parzialmente, vengono ridotte le posizioni azionarie in area Euro ed in Usa aumentando parzialmente, in termini relativi, il ruolo della selezione settoriale rispetto alle principali aree. Sul lato obbligazionario si evidenziano solo marginali cambiamenti con una maggiore esposizione a favore di tematiche globali. Stabile l’esposizione valutaria orientata a sfruttare la debolezza della valuta Euro.