Attualmente le valutazioni sul mercato azionario in Asia ex-Japan si attestano sui minimi da molti anni e ben sotto i livelli medi di lungo periodo. È pur vero che sono così convenienti per un motivo ben preciso, dato che i ritorni sull’azionario sono scesi e gli utili hanno deluso. Cosa deve accadere dunque perché le valutazioni nell’azionario in Asia vengano sbloccate?
Sono molti gli elementi che hanno influenzato il mercato azionario dell’Asia ex-Japan negli ultimi anni, dalle politiche monetarie globali, al rafforzamento del dollaro, all’indebolimento del commercio globale e, soprattutto, al notevole impatto del rallentamento della crescita in Cina.
L’impatto negativo di questi fattori macroeconomici sulle economie asiatiche si è tradotto in un periodo prolungato di debolezza della crescita degli utili societari, aggravato ulteriormente dalla combinazione tra sovrainvestimenti, eccessivo indebitamento e una tipologia di management poco disciplinato.
In questo contesto, i margini aziendali si sono progressivamente ridotti e i rendimenti sul capitale sono scesi. L’Asia ex-Japan ha bisogno che questa contrazione inverta la rotta, tramite un’espansione dei margini, un miglioramento dei rendimenti e, infine, una rivalutazione positiva dei mercati azionari dell’area.
Questo percorso può essere perseguito in vari modi, come l’innovazione, lo spostamento verso prodotti premium più costosi o un approccio manageriale più disciplinato volto a ridurre i costi. Anche un’allocazione più metodica del capitale dovrebbe contribuire a migliorare i margini e aumentare i ritorni.
In Asia ex-Japan stiamo iniziando ad assistere a questo tipo di cambiamento, il che suggerisce che siamo a un punto di inflessione del mercato dopo un periodo prolungato di risultati deludenti e revisioni al ribasso degli utili. Per troppo tempo in Asia le imprese hanno ignorato i margini, preoccupandosi solo di godere dei benefici derivanti dall’incremento dei ricavi. Oggi, invece, le aziende finalmente si stanno adattando alla nuova realtà economica e i team gestionali stanno modificando i loro approcci per tenere conto dello scenario più difficile in cui si trovano ad operare.
Un’area in cui i progressi sono stati particolarmente evidenti è quella delle modalità di allocazione del capitale da parte del management aziendale. La maggiore metodicità nei confronti delle spese per capitale dovrebbe avere un impatto sostanziale sull’ammontare dei flussi di cassa che le imprese asiatiche stanno generando. E un maggiore flusso di cassa significa maggiore disponibilità per cogliere opportunità in grado di aggiungere valore per gli azionisti. Senza liquidità, è difficile per un’impresa sviluppare nuovi prodotti, concludere acquisizioni, pagare dividenti o ridurre il debito.
Inoltre, per la prima volta negli ultimi cinque anni, stiamo iniziando ad assistere a una moderazione della crescita salariale verso livelli più sostenibili. L’aumento degli stipendi aveva superato l’aumento della produttività e anche questo elemento ha tenuto i margini di profitto sotto pressione. Ora la riduzione dei costi legati ai salari dovrebbe influenzare positivamente i margini di profitto.
Infine, le imprese stanno iniziando a rendersi conto che non possono più fare affidamento esclusivamente sulla crescita economica come motore di generazione dei ricavi. Le imprese che avranno successo nello sviluppare nuovi prodotti, gestendo contestualmente in modo efficiente i costi, nel tempo metteranno a segno una crescita solida. L’attenzione verso questa metodologia è uno dei fattori che teniamo maggiormente in conto nel nostro processo di ricerca.
Tenendo queste riflessioni in mente, riteniamo che gli attuali livelli delle valutazioni non siano del tutto giustificati. Tuttavia, stanno emergendo segnali di miglioramento e, molto probabilmente, gli investitori saranno disposti a pagare di più in cambio di prospettive di maggiori rendimenti sul capitale, provocando di conseguenza una rivalutazione positiva del mercato azionario asiatico.