Uno per uno, i timori degli investitori stanno gradualmente dissipandosi. Ad approfittarne sono state soprattutto le azioni europee. Riteniamo che sussistano ancora alcuni elementi di incertezza, la crescita degli utili aziendali è decisamente positiva e il trend è consolidato, ma gli investitori dovranno cominciare a frenare l’ottimismo.
Da qualche tempo, nonostante il perdurare dell’attuale fase del ciclo economico, notiamo che l’economia mostra alcuni sintomi di un comportamento ‘late-cyclical’. La pressione inflazionistica rimane contenuta. Tuttavia, ad aprile hanno iniziato a profilarsi alcuni segnali che fanno presagire un comportamento ‘late-cyclical’ dei mercati finanziari. La macchina delle fusioni e acquisizioni si è rimessa decisamente in moto.
Inoltre questa attività è sempre più finanziata attraverso il debito, per cui le società danno per scontato un abbassamento del rating sul credito. Tuttavia queste obbligazioni si collocano ancora facilmente. È il tipico comportamento che le società attuano in un contesto caratterizzato da una differenza ancora rilevante tra il rendimento del capitale e il costo del capitale. A vantaggio degli azionisti.
Macron è il nuovo presidente francese
In Francia Emmanuel Macron ha vinto le elezioni presidenziali. Mentre i mercati finanziari avevano reagito con entusiasmo dopo il primo turno, le reazioni al secondo turno sono state più eterogenee. Probabilmente perché i mercati avevano ampiamente scontato l’esito elettorale. Inoltre, non è detto che Macron riesca a rilanciare la cooperazione europea e a implementare riforme drastiche.
A giugno nel paese sono in programma le elezioni politiche. Senza la maggioranza assoluta in Parlamento o una coalizione forte, i rischi sull’attuazione delle riforme sono elevati. In ogni caso l’esito delle elezioni presidenziali ha contribuito a ridurre il rischio politico in Europa. Tenuto conto anche delle prospettive economiche favorevoli, la Banca centrale europea potrebbe prevedere di porre fine al quantitative easing, anche se per ora ha dichiarato che non intravede motivi per procedere in questa direzione.
Il Primo Ministro britannico May sorprende il mercato annunciando elezioni anticipate
Secondo il Primo Ministro britannico Theresa May i rischi di attuazione della Brexit sono un buon motivo per decidere di indire a sorpresa elezioni anticipate. Come annunciato il mese scorso quindi, i britannici andranno alle urne l’8 giugno anziché nel 2020. Le campagne elettorali dei vari partiti verteranno sicuramente sulle condizioni della Brexit. Proclamando le elezioni anticipate, la signora May spera di consolidare il proprio mandato. E, a giudicare dall’apprezzamento della sterlina inglese, gli investitori se lo aspettano.
La Brexit si configura già come un divorzio travagliato tra l’Unione europea e il Regno Unito. Non soltanto si profila il rischio di uno stallo nell’iter negoziale ma anche sul prezzo della Brexit. Appare quindi meno probabile che si possa raggiungere un accordo soddisfacente. L’economia britannica inizia a risentire dell’impatto della svalutazione della valuta innescatasi dopo il referendum e dell’aumento del prezzo del petrolio. La crescita nel primo trimestre è stata decisamente meno sostenuta rispetto a quella del quarto trimestre 2016, principalmente a causa della contrazione del settore dei servizi. Riteniamo che il rallentamento proseguirà.
I primi 100 giorni del presidente Trump
Negli Stati Uniti, Donald Trump ha celebrato i primi 100 giorni del suo mandato. Anche se era partito con il piede sull’acceleratore firmando decreti esecutivi, non è ancora riuscito a far passare cambiamenti legislativi significativi nel Congresso. Ha presentato un ‘importante’ piano di riforma fiscale in extremis, che per ora assomiglia soprattutto alla lista dei desideri proclamata in campagna elettorale: la riduzione delle imposte per la classe media e le imprese.
Tuttavia il piano non contiene informazioni finanziarie su come realizzare questo obiettivo e non è scontato che non cambi entro fine anno. Nel mese scorso gli indicatori economici statunitensi sono stati peggiori del previsto.
Le aspettative dei mercati quanto a un rialzo dei tassi di interesse sono diminuite, determinando il calo dei rendimenti sovrani USA. Tuttavia, per la Banca centrale del paese (la Fed), i dati meno brillanti del previsto non giustificavano un cambiamento di direzione della politica monetaria ai primi di maggio. La Fed è convinta che il rallentamento economico sia temporaneo e si appresta a un altro rialzo dei tassi a giugno. I mercati sono perciò più disposti ad abbandonare la cautela.
Un giorno qualcuno, da qualche parte, farà qualcosa di stupido
Rispetto agli anni precedenti, emerge sicuramente una maggiore incertezza ma il contesto economico è nettamente più favorevole. I tassi di interesse e la volatilità sui mercati finanziari sono ai minimi. Il sentiment del mercato sostiene tutto quanto comporti un rischio. Per ora non intravediamo segnali di un cambiamento di rotta nel breve termine. L’esperienza ci insegna che queste situazioni non durano per sempre. E anche in questo ciclo, un giorno, qualcuno, da qualche parte, farà qualcosa di stupido e la volatilità sarà di ritorno. Soltanto, riteniamo che non succederà presto.