In certi momenti storici, anche se a volte non si condividono le idee di chi governa, bisogna dimostrare compattezza e unione di intenti per resistere agli attacchi esterni di chi porta avanti una guerra economica contro il nostro paese.
In questi giorni assistiamo ad un attacco alle banche italiane, da secoli (io che son genovese ben lo so), al centro del nostro sistema e fondamento della nostra economia; chiaro, questo è un indiretto attacco al governo, che si è permesso di alzare la voce contro i “padroni” dell’Europa.
Attacco che sta andando a buon fine in quanto le norme sul ball in, appena introdotte, hanno messo in allerta correntisti ed investitori. Se osserviamo le quotazioni, in una settimana alcune banche hanno perso metà della capitalizzazione e le quotazioni di obbligazioni subordinate sono arrivate a livello di default (e si badi bene non quelle riservate agli istituzionali, ma quelle trattate sui mercati regolamentati accessibili a tutti!).
Tutto ciò non può che determinare una reazione a catena e un malessere nei cittadini che temono per i loro risparmi. Occorre quindi reagire a questo attacco esterno contro il governo con le stesse armi, e queste sono le mie idee:
- La norma del bail-in, che io ritengo, per quanto riguarda la sua applicazione ad obbligazioni già emesse non avendo previsto la possibilità di recesso ( cambiate le condizioni si sarebbe dovuto prevedere la possibilità di recedere come avviene per qualunque contratto) in contrasto con la tutela del risparmio prevista dalla Costituzione, deve essere per quanto possibile con decreto legge sospesa per almeno 1, 2 anni, in modo da tranquillizzare i cittadini e predisporre tutte le necessarie tutele per le vecchie posizioni, ciò non vuol dire sfidare la Unione Europea sugli aiuti di Stato, che non verranno comunque attivati, ma solo procrastinare una norma che incide pesantemente sull’economia italiana ( gli altri sospendono i trattati chiudendo le frontiere e noi sospendiamo le norme che possono provocare panico fra gli investitori!!)
- Stabilire rapidamente come risarcire gli obbligazionisti che hanno acquistato i titoli delle quattro ormai famose banche: un criterio sarebbe o un taglio in percentuale per tutti come in caso di un concordato fallimentare ( sono titoli emessi ben prima dell’entrata in vigore della norma) o rimborsarle al prezzo di acquisto così da non premiare chi ha speculato.
Solo dimostrando con forza che il governo pensa al risparmio degli italiani, si può avere quel consenso per opporsi a chi dall’estero cerca di disintegrare la nostra economia e la solidità delle nostre istituzioni.