Banca d’Italia: Le sconfitte sono sempre orfane!
Seguendo un copione fin troppo diffuso, anche in presenza dei recenti provvedimenti assunti dalla Politica per fronteggiare i diversi fallimenti bancari registrati nel recente periodo, sembra trovarci in presenza di sconfitte senza responsabili dove si conosco solo le vittime perchè si distinguono dai segni della sofferenza subita.
In pratica, in Italia si conoscono gli autori solo in presenza di risultati eccellenti mentre al contrario, se le cose vanno male, anzi malissimo come nel nostro caso, allora tutti scappano, scaricabarile ad oltranza e non è dato sapere chi sono stati i protagonisti della sconfitta ovvero del disastro.
Una parola di chiarezza ce l’aspettiamo tutti dal lavoro che inizierà a breve la Commissione Parlamentare d’inchiesta all’uopo costituita, relativamente a possibili elementi di conoscenza in grado di evidenziare ogni sorta di responsabilità sotto il profilo penale o amministrativo, eventualmente riconducibili alla cattiva impresa o alla pessima Politica o a tutt’è due messe assieme in una sorta di incesto.
Nelle more di conoscere tale risultato, possiamo nel frattempo fare un riepilogo dei fatti più o meno noti appresi dalle indagini della magistratura o da indiscrezioni di stampa.
Poteri di Bankit
Il Governatore della Banca d’Italia ha più volte evidenziato nel recente periodo la necessità di aumentare i poteri in capo all’Organo di vigilanza, anche e soprattutto nella possibilità di interferire nella composizione dei Consigli di amministrazione degli Istituti di credito sparsi sul territorio.
Per esigenze di sintesi riporto solo alcuni degli interventi del Governatore VISCO a tal proposito:
9.2.2013, Visco: “quando l’intermediario non è in situazione di crisi la Banca d’Italia può chiedere agli azionisti di rinnovare il vertice aziendale, ma non può incidere sulle loro decisioni, né direttamente rimuovere un amministratore”
30.1.2016, Banca d’Italia: “margine di discrezionalità assai ristretto”
30.1.2016, Banca d’Italia: “un’azione troppo tempestiva potrebbe indurre a commissariare un istituto ancora in grado di proseguire la propria attività” perché se “lo facesse opererebbe al di fuori dei poteri previsti dall’ordinamento”
25.3.2016, Banca d’Italia: “lettera di intervento per richiedere provvedimenti correttivi da adottare per le banche ispezionate con seri problemi, ma ancora rispettose dei requisiti patrimoniali”
31.5.2016, Banca d’Italia: “siamo aperti alle critiche costruttive, impegnati a dare conto del nostro operato”.
Detto così, si ricava la convinzione che i disastri provocati, siano attribuibili soltanto alla cattiva amministrazione quale risultato di management incapaci.
Controllo Banca d’Italia
Personalmente, alla luce delle evidenze giudiziarie emerse dalle indagini in corso, si comprende invece la insufficienza di controlli adeguati, secondo i rigidi parametri imposti dal Testo Unico Bancario, soprattutto con riferimento all’esercizio del credito ed al rispetto dei requisiti patrimoniali.
Contrariamente al dettato Costituzionale di cui al 1° comma dell’art.47 dove si dice che la Repubblica coordina e controlla l’esercizio del credito, se ne deduce una grave approssimazione in presenza di crediti allegri e concessi senza adeguate garanzie, capaci soltanto di aumentare il “monte incagli e sofferenze”.
Nel contempo, non aver imposto quegli “accantonamenti” necessari per adeguare la solidità patrimoniale in proporzione all’ammontare complessiva della raccolta, consentendo invece la elargizione di compensi stellari agli stessi amministratori – che oggi vengono definiti incapaci – o la distribuzione di dividendi gonfiati ai soci unicamente per la conservazione dei posti di potere agli stessi vertici.
Sono queste le disfunzioni che non hanno consentito poi agli stessi Istituti di credito il rispetto delle scadenze, per onorare gli impegni con gli obbligazionisti, per titoli emessi dalle stesse banche risultate insolventi.
Dilapidare il patrimonio degli altri è sempre stata una operazione abbastanza semplice, creare una ricchezza propria, in grado di onorare gli impegni è decisamente più difficile.
Banca Centrale Europea
Dal 1° gennaio 2018 ben 462 Istituti di credito operanti sul nostro territorio saranno sottoposti alla vigilanza della BCE.
Sono curioso di vedere se, nel quadro dei futuri controlli, continueremo a vedere la violazione dell’Ostacolo alla vigilanza.
Quando facevo il finanziere, facevo indagini, aprivo verifiche non ho mai pensato di contestare al contribuente l’Ostacolo alla verifica fiscale.
Peccato a non averci pensato!