Le questioni ambientali e sociali, e in particolare il cambiamento climatico, sono spesso al centro dell’attenzione nel panorama ESG. Tuttavia, la recente crisi di fiducia che ha colpito le banche di tutto il mondo ricorda l’importanza della componente “governance” nell’acronimo ESG.
Nel contesto aziendale, la governance comprende un’ampia gamma di fattori, tra cui il gruppo dirigente di un’organizzazione, le sue pratiche normative, i processi e le proprietà. In particolare, la qualità del gruppo dirigente e le sue decisioni sono determinanti per il successo di un’azienda.
L’inadeguatezza della governance può avere un impatto particolare sui modelli di business che dipendono fortemente dal capitale umano, come quelli bancari, poiché le carenze culturali ai vertici dell’organizzazione possono avere un impatto a cascata su tutta l’organizzazione.
Quello di Credit Suisse rappresenta un interessante caso di studio. Negli ultimi anni, la banca ha dovuto affrontare una serie di gravi accuse etiche. Tra queste, la messa in atto di uno schema di sorveglianza per spiare ex dirigenti e manager che avevano ordinato alle proprie segretarie di completare i corsi di conformità al loro posto.
Una cultura inadeguata nei vertici di un’organizzazione aumenta significativamente il rischio di comportamenti scorretti e l’assunzione di rischi eccessivi in tutta l’organizzazione. Per il comparto bancario, come nel caso di Credit Suisse, questo può rivelarsi particolarmente costoso. Le mancanze etiche dei banchieri di Credit Suisse hanno portato a centinaia di milioni di multe, tra cui 350 milioni di sterline alle autorità di regolamentazione inglesi, statunitensi e svizzere a causa del coinvolgimento della banca in uno scandalo di corruzione in Mozambico, uno dei Paesi più poveri del mondo. La banca ha anche ripetutamente fallito nell’implementare protocolli di rischio appropriati, causando perdite per miliardi di dollari a causa della sua esposizione a clienti (Archegos) e investimenti particolarmente rischiosi (Greensill).
È probabile che tra le grandi società ci sia qualche mela marcia. A nostro avviso, la frequenza e la gravità dei passi falsi di Credit Suisse sono stati indicativi di una cattiva governance e hanno indotto il nostro team d’investimento a “bocciare” la società nel nostro quadro di valutazione della buona governance SFDR nel marzo 2022, escludendola da tutte le nostre strategie Article 8 ESG-oriented.
Sebbene siano molti i fattori che possano contribuire al raggiungimento di una governance migliore, il solo soddisfacimento di queste caratteristiche fornisce una garanzia limitata che le società pratichino una buona governance. Nel caso di Credit Suisse, la banca ha ottenuto ottimi risultati da molte agenzie terze di rating ESG grazie, in parte, al rispetto di una serie di best practice di governance, come la marcata diversity e l’indipendenza del consiglio di amministrazione. Ciò mette in luce le insidie di un approccio di valutazione della governance basato semplicemente su un “check-the-box”.
Individuare preventivamente la cattiva governance sarà sempre una sfida. Gli investitori si trovano spesso di fronte a informazioni imperfette e asimmetriche. La Silicon Valley Bank ne è un esempio. Sebbene vi fossero certamente alcuni segnali di allarme, come le funzioni di gestione del rischio non convenzionali e la rapida crescita rispetto ai competitor, gli investitori hanno avuto informazioni limitate sulla portata delle scommesse compiute dalla banca sui tassi di interesse fino a quando non è stato probabilmente troppo tardi. Tuttavia, quando una società presenta una lista di scandali, riteniamo che questo sia un forte indizio di un fallimento sistematico nella governance della società.